Cresce ancora la bilancia commerciale dei pagamenti tedesca. Questa misura è la differenza tra export e import e, nel caso tedesco, è positiva. E non di poco. Il problema del continuo export e della creazione e accumulazione delle ricchezze della Germania risparmiatrice, è che può costringere gli altri paesi a indebitarsi. Se la Germania non investe e non spende, essa continua ad accumulare ricchezze e crediti. Ma il fine della finanza (citazione voluta di un argomento trattato magistralmente in Fine della finanza di Amato e Fantacci) è quello che i crediti siano pagati e i debiti estinti. Lo squilibrio permanente non aiuta in questo senso. Ma è una vecchia storia: in un suo articolo, già nel 2014, Vito Lops ci metteva in guardia. E non è stato il solo. Anche il Fondo monetario internazionale ha le stesse idee.

Alla luce di questo ragionamento economico da quattro soldi, se ne può aggiungere un altro circa i tassi bassi pagati sul debito pubblico tedesco (rectio, negativi) che rischiano di essere un boomerang per le proprie banche. Premessa doverosa. Il mestiere delle banche dovrebbe essere quello di prestare soldi che pagano poco (come tasso di interesse) a un prezzo più alto (un tasso di interesse maggiore). Non è un’ingiustizia, è il “premio per il rischio” e “per la liquidità”. È il prezzo che pagate perché qualcuno rinunci a tenere i soldi nel cassetto e li dia a voi, mettendoli a rischio e perdendone la disponibilità immediata.

Se il prezzo di vendita del denaro si abbassa perché SuperMario Draghi, non per caso avversato dalla Bundesbank, presta soldi gratis (0%), mettendone a disposizione una quantità spropositata, i tedeschi, notoriamente buoni pagatori, pagano poco alle proprie banche il denaro preso a prestito. I tedeschi, d’altronde, non comprano neanche casa (qui i dati del 2014), visto che il 39,6% della popolazione vive in affitto (al prezzo di mercato, con esclusione dei canoni ribassati e del social housing), contro il nostro 14,2%.

E quindi? E quindi aveva ragione Keynes (Eutopia di Fantacci): ovvero per creare un equilibrio si dovrebbe semplicemente far sì che i saldi a credito siano compensati da quelli a debito da una spesa degli Stati. Non è assistenzialismo o solidarietà, è il modo migliore in cui dovrebbe funzionare. Magari il ragionamento appena fatto manca di rigorosità economica, ma vuole essere uno spunto di riflessione. Alla fine l’economia sarebbe semplice, perché è semplicemente un ragionamento su cosa conviene di più.

Penna Bianca -ilmegafono.org