È caduto nella trappola della giustizia Gerson Galvez, il 34enne peruviano noto in tutto il mondo come il “nuovo Chapo”, il boss di uno dei clan più temibili e potenti del Perù, i Barrio King. Galvez, ricercato da molto tempo dalle autorità peruviane, è stato arrestato nel centro di Medellin, dalla polizia colombiana che ne aveva seguito gli spostamenti: secondo quanto scoperto dalle autorità competenti, il “nuovo chapo” si sarebbe allontanato dal proprio Paese per spostarsi dapprima a Panama e infine proprio in Colombia, dove avrebbe dovuto incontrare la propria fidanzata.
Può sembrare strano, eppure è probabile che, per una debolezza d’amore, la carriera di uno nei narcotrafficanti più importanti del Sud America sia destinata a concludersi prima del previsto. Con il beneplacito, ovviamente, di tutta la comunità peruviana e non solo. In realtà, secondo quanto scoperto dalla polizia colombiana, uno dei motivi per cui Galvez si trovava a Medellin consisterebbe in un tentativo (probabilmente fallito) di riportare in vita un antico cartello della droga da molto tempo inattivo. Galvez, dunque, sarebbe stato ad un passo dal riaccendere un fuoco che avrebbe portato non solo ulteriori danni alla vita di un Paese (la Colombia) in netta crescita e ripresa, ma soprattutto ulteriori introiti nelle casse della malavita e della criminalità organizzata sudamericana.
Il ministro degli Interni del Perù, Jorge Luis Perez Guadalupe, si è complimentato vivamente con l’omonimo colombiano, Luis Carlos Villegas, per la cooperazione grazie alla quale sono stati possibili l’arresto e il trasferimento del detenuto. In effetti, sebbene a livello mondiale si conoscesse poco la storia riguardante “El Caracol” (lumaca), la figura di Galvez resta sicuramente una delle più pericolose in assoluto. Secondo quanto riportato dagli inquirenti, sulla testa del boss pendevano accuse quali traffico di droga e criminalità organizzata, mentre la sua banda sarebbe al centro di un tentativo di gestione (ovviamente illecita) della costruzione del porto di Callao (il più importante della nazione), oltre che del traffico di droga nella capitale Lima.
Insomma, l’arresto di un uomo dal potere così smisurato non può non far notizia dalle nostre parti. Un caso del genere, d’altra parte, potrebbe benissimo occupare le colonne dei nostri quotidiani: quanti sono i boss della camorra, della ’ndrangheta e della mafia italiana in generale che godono di una ricchezza e di una potenza simile? Molti così come molte sono le notizie che ricevono attenzione e clamore ogni volta che uno di questi boss cade nella stessa trappola in cui è caduto Galvez.
La lunga distanza che separa il Perù dall’Italia, pertanto, viene immediatamente e incredibilmente azzerata quando si tratta di casi del genere. Per questa volta, però, possiamo pur dire che “c’è sempre qualcuno che sta messo peggio o almeno male quanto noi”…(guai a crederci davvero, sia chiaro!).
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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