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L’Italia è un Paese nato dalla Resistenza antifascista, dalla convergenza di valori di solidarietà, di libertà e di rispetto nei confronti della vita umana. In nome di questo, i padri costituenti scelsero la pacificazione in un momento nel quale, altrove, il passato fascista veniva spazzato con la violenza. L’Italia repubblicana è sorta con un grande atto di civiltà, ispirato da una scelta filantropica che accomunava le diverse forze politiche uscite vittoriose dal movimento di Liberazione. Ma come si fa, oggi, a mantenere integro questo valore, quando hai di fronte chi continuamente calpesta i principi fondanti della nostra democrazia? Si fa davvero fatica a rimanere calmi, a mantenersi in un livello di pacifica dialettica, quando al tuo opposto trovi il peggio che l’umanità possa partorire. Salvini ha rotto gli indugi e imboccato la direzione politica verso cui la Lega deve andare, aprendo ai partiti e ai movimenti neofascisti, cementificando l’unione sul tema dell’immigrazione e, solo di riflesso, su qualche altro tema di “pancia”, come l’antieuropeismo.
La funesta parata romana, salutata con grande entusiasmo da tristi intellettuali come Buttafuoco, al di là dei numeri non troppo alti è stata il momento di consacrazione pubblica del progetto di Salvini (e di Maroni), che in questi mesi è stato costruito anche con l’appoggio di quella parte del centrodestra spazzato via dal declino di Berlusconi, e di gruppi imprenditoriali, non solo del nord, come quelli che sull’immigrazione ci hanno costruito un florido business. Accanto al leader leghista, infatti, hanno sfilato le stesse facce e gli stessi simboli che abbiamo già visto a Tor Sapienza e che sono legati a quelle figure che l’inchiesta Roma Capitale ha sputtanato come affaristi pienamente coinvolti, a livello nazionale, anche nella gestione illegale delle strutture e dei fondi dedicati all’accoglienza (che di accogliente non ha alcunché).
Se c’è un valore, o meglio un disvalore, che accomuna Salvini e i suoi nuovi partner, a partire dalla misera (numericamente e moralmente) compagine di Fratelli d’Italia e degli altri riciclati, fascisti prima e berlusconiani poi, sicuramente è quello della gretta ipocrisia, unito ad una povertà di linguaggio che, in altre epoche storiche, quando il livello culturale della politica era più elevato, non avrebbe trovato spazio, né conquistato consensi. L’operazione di sciacallaggio e di menzogna sul tema dei migranti è di una evidenza imbarazzante, così come imbarazzanti sono l’ampio spazio che i mass media le assegnano, divenendone complici consapevoli, e il credito acritico di una parte crescente dei cittadini. Nessuno che ragioni, che si lasci attraversare dal dubbio rispetto alle fandonie sull’invasione, sui soldi, sul rischio terrorismo, sul lavoro rubato.
Eppure ci sono decine di dati ufficiali che mostrano il contrario, che ci raccontano di appena 170mila sbarcati, lo scorso anno, di cui solo 70 mila sono rimasti in Italia. Dati che ci illustrano una non concorrenza nel mondo del lavoro, se non in quei settori lavorativi di livello inferiore nei quali i disoccupati italiani nemmeno provano a entrare e in cui i colpevoli dei livelli salariali al ribasso sono gli sfruttatori (in prevalenza italiani) e non gli sfruttati. Nessuno che ascolti la verità, nemmeno quando sono le inchieste di polizia e magistratura a mostrarla concretamente: ai migranti richiedenti asilo, che ogni paese ha l’obbligo di accogliere, vanno di diritto (e spesso non vengono dati per mesi) 2,5 euro al giorno, con cui vivere, mentre le restanti somme (decine di euro a migrante) vanno alle imprese che gestiscono l’accoglienza, molto spesso male, con gravi violazioni dei diritti.
Sono loro i veri ladri contro cui bisognerebbe prendersela, quelli che urlano all’emergenza, quando invece i numeri dicono che non ce n’è e che a crearla è il modello di gestione illegale del sistema di accoglienza. E sono quelli contro cui Salvini e i suoi non dicono nulla, perché significherebbe colpire coloro che stanno dalla loro parte, gli alleati, magari alcuni degli stessi finanziatori o fiancheggiatori di partiti neofascisti e delle loro iniziative, romane e non. Ecco perché poi l’Europa reagisce negativamente alle sollecitazioni, alle accuse, alle lamentele del governo italiano, semplicemente perché, se è vero che sul soccorso in mare bisognerebbe agire tutti insieme per salvare il numero più alto possibile di vite umane, sulla questione della quantità di persone da accogliere l’Italia non può reclamare nulla, perché il numero è davvero esiguo e gestibile, a patto che la si smetta di vedere l’immigrazione come un business privato (ovviamente da far passare pubblicamente come un problema) e si incominci a riconoscere diritti e ad approntare programmi di tutela e inserimento.
Certo, questo non vuol dire che l’Europa sia esente da errori e non sbagli totalmente quando parla di cooperazione con i dittatori e di controllo delle frontiere esterne per fermare i migranti, come a voler dire che il problema sono le vittime e non chi le sfrutta. Detto ciò, però, in Italia l’aspetto negativo è che al governo abbiamo chi continua a sbagliare, a lasciare spazio a Salvini e, peggio ancora, ad andare dietro al suo giochetto, per paura di perdere definitivamente consensi tra gli elettori che ragionano con la pancia. Nessuna azione “culturale”, nessun impegno concreto a gestire il fenomeno, ad esempio imponendo la distribuzione di una certa quota di migranti sul territorio di tutte le regioni.
In questo modo sarebbero davvero poche le persone da gestire in ogni comune, alleggerendo lo sforzo che soltanto alcune aree stanno compiendo e che comunque, lo ribadiamo, non sarebbe elevato se l’accoglienza funzionasse davvero e non fosse prevalentemente in mano a un sistema criminale italiano. Renzi e i suoi lasciano fare, lasciano che Salvini invada le piazze, lasciano che prefetti e questori autorizzino cortei e comizi che sono contro legge. Il virus del qualunquismo razzista è ormai pienamente libero di diffondersi in ogni parte del paese, persino in quelle regioni che la Lega avrebbe voluto affondare, bruciare, far sparire (ed è desolante vedere quanta poca dignità esista in quei cittadini di quelle aree che adesso si schierano con i leghisti).
Intanto, mentre la politica si limita a scambiarsi accuse e a scaricarsi vicendevolmente responsabilità, centinaia di migranti continuano a morire in mare e a subire pure l’onta di chi su queste morti ci specula, contando sulla scarsa memoria e sull’ignoranza crudele degli italiani. I corpi senza vita di poveri innocenti sono ancora sulle navi o sulle banchine dei porti, mentre gli sciacalli che hanno nomi e cognomi velenosi e anni di responsabilità politiche gravissime, come Gasparri, Salvini, Buonanno, Borghezio, Meloni vomitano sulla dignità umana, accusano, imprecano, mentono spudoratamente.
Come se loro non fossero stati parte per anni di forze di governo che hanno sulla coscienza migliaia di morti, di sfruttati, di diritti umani schiacciati, di vite distrutte, di violenza indotta. Sono queste sanguisughe della verità, rappresentanti politici che ci costano centinaia di euro al giorno, che andrebbero estirpati, cacciati via. Altro che Isis, il vero pericolo per l’Italia sono proprio questi nuovi alfieri del centrodestra, i loro sostenitori politici e mediatici, i complici economici, i cittadini che li appoggiano. Credo che siamo arrivati al fondo del barile della decenza. Peggio di così c’è solo la guerra. Non ho più voglia di reagire alla loro scorrettezza con il politically correct. Vorrei vederli sparire i leghisti e i fascisti, perché questa Italia evidentemente non è stata liberata del tutto. La pacificazione, intellettualmente e moralmente civile, alla luce di quanto accaduto e quanto ancora accade in Italia, forse è stata un errore.
Massimiliano Perna –ilmegafono.org
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