In questi giorni si è discusso a Bruxelles del sesto stadio del processo di progressivo miglioramento dell’efficienza del parco lampadine europee (Tier 6). Tema principale dell’incontro è stata la messa al bando delle lampadine alogene di qualità peggiore, cioè quelle di categoria C e D, che hanno sostituito le vecchie lampade a incandescenza, ma che comunque rimangono lo stesso meno ecologiche rispetto alla nuova tecnologia Led, che utilizza diodi a emissione luminosa.

“Sono state immesse nel mercato – ci spiega Legambiente – quando ancora esistevano le lampadine ad incandescenza. Per questo motivo riportano diciture come ‘ecolamp’ oppure ‘energy saver star’. Il che farebbe intendere al consumatore di stare comprando un prodotto super ecologico. Invece sta acquistando il peggiore sul mercato”.

Il fronte Ue sarebbe unanime, ormai da tempo, nel voler cambiare rotta e dirigersi verso un’illuminazione più verde, ma l’associazione ambientalista dichiara che non è possibile raggiungere la maggioranza a causa dell’Italia e della Germania, che vorrebbero continuare a puntare sulle lampade alogene. Inoltre, ha aggiunto che anche l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, sarebbe contraria all’utilizzo di sole lampadine led, anche se l’agenzia stessa smentisce.

“L’Enea è assolutamente favorevole all’introduzione dei led – precisa il subCommissario Maria Cristina Corazza – ed è impegnata con convinzione in questa direzione. Infatti, nei nostri laboratori di Ispra stiamo testando un led molto innovativo, basato su un sistema intelligente di controllo del flusso di luce. Tuttavia, ad oggi, vi sono problematiche tecniche, normative, di sicurezza e di benessere dei consumatori tali da non consentire la piena sostituzione in tutte le applicazioni domestiche entro il 2015. Da qui il nostro parere tecnico che il ministero dello Sviluppo Economico ha fatto proprio”.

Se per la Germania il motivo di dissenso è chiaro, essendo i principali produttori europei di alogene, nel nostro Paese, invece, non è così evidente. Infatti, un esempio lampante è la Cappella Sistina, completamente illuminata a Led, a dimostrazione che potrebbe essere una valida alternativa. Ma i responsabili hanno subito replicato, asserendo che la scelta è ricaduta su questa tecnologia proprio perché non è stato necessario rimpiazzare le vecchie lampadine, ma è stato costruito direttamente un impianto ex novo.

Testimonianza del fatto che l’Europa voglia evolversi è il progetto Ecodesign, con il quale si è giunti all’obbligo di applicare l’etichetta energetica sulle confezioni delle lampadine e alla definitiva eliminazione di quelle ad incandescenza. Sebbene i costi delle lampade a Led siano superiori, arrivando a costare anche 10 euro di più, esse sono da 8 a 10 volte più efficienti e durano da 10 a 20 volte di più, pertanto il sovrapprezzo viene recuperato nel giro di un anno e, inoltre, porterebbero considerevoli vantaggi per quanto riguarda il risparmio energetico.

“Evidentemente la posizione del governo italiano su questo tema è legata a una visione vecchia – sostiene Davide Sabbadin, responsabile Efficienza Energetica di Legambiente – che non considera o non si è accorta del boom che nel frattempo hanno avuto le lampadine a Led sul mercato. Senz’altro è una posizione da rivedere”.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org