È vero che non è più tempo di parlare ma è tempo di fare. Ma è anche vero che il tempo di pensare è un tempo prezioso. Riflessione quanto mai attuale anche se ovvia, ripensando alla travagliata storia del decreto legislativo sull’abuso del diritto. Un decreto arrivato in Consiglio dei ministri e rimbalzato, in un bailamme di responsabilità. Sì, perché il decreto conteneva, prima di essere congelato e in attesa di un nuovo esame del governo, un bel po’ di norme assolutamente discutibili e “pericolose”.
Per esempio, la depenalizzazione per fatture false inferiori ai 1000 euro e una generale depenalizzazione dei reati fiscali, come osservato da Visco in questo articolo. Come infatti evidenza con intelligenza e cognizione di causa l’ex ministro, bisogna prestare molta attenzione quando ci si addentra nella depenalizzazione dei reati fiscali. Principalmente per un fatto di “vetrina”. Sembra banale, ma gli occhi del mondo, con l’Expo più di prima, saranno puntati sul nostro Paese. E allora bisogna dimostrare a quegli occhi che non siamo il paese dei balocchi e dell’illegalità.
Non è neanche necessario ingolfare i tribunali di inutili processi per importi irrisori, d’accordo, ma consentire, legittimamente, di frodare lo Stato sembra veramente eccessivo. Se da una parte il passo in avanti è tentare di far chiarezza sulla categoria di abuso del diritto, fumosa figura inventata dalla giurisprudenza per punire l’elusione, dall’altra si torna indietro lasciando libero sfogo ai furbetti. Non possono esserci investimenti, trasparenza e crescita senza un senso profondo di legalità e chiarezza nelle norme, soprattutto quelle fiscali.
Ritornando alla citazione iniziale, sembrano proprio necessari un profondo ripensamento e dei buoni incentivi per i contribuenti in regola. Per dimostrare di non essere più la Repubblica delle banane. Non abbiamo bisogno di illegalità legittima, soprattutto simbolicamente.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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