“Siamo pronti ad aprire i forni e a farci il sapone (con gli immigrati). Non per lavarci però. Sapone per lavare le macchine e i marciapiedi. Ci faremo le lampade con la loro pelle e con i denti i rosari da vendere ai turisti”. Sembrano le dichiarazioni di un boia nazista del Terzo Reich o del medico sadico delle Ss, Josef Mengele. E invece queste parole appartengono ad Alekos Plomaritis, esponente e candidato del partito greco Alba Dorata, forza politica neonazista entrata per la prima volta in parlamento alle elezioni legislative del maggio 2012. Dimitris Deliolanes, giornalista greco, corrispondente dell’emittente radiotelevisiva pubblica Ert (fino a pochi giorni fa in autogestione), ripercorre la storia del partito neonazista nel libro “Alba Dorata: la Grecia nazista minaccia l’Europa”, edito da Fandango.
Alle elezioni del maggio 2012 in Grecia, Alba Dorata ha incassato 441 mila voti (il 6,97%) e 21 deputati su 300. “L’impressione che dominava nell’opinione pubblica e negli analisti continuava ad essere che la vittoria di Alba Dorata fosse un fenomeno passeggero – scrive Deliolanes -. L’istituto di sondaggi Public Issue dava per scontato tra i cittadini che, nel caso (poi verificatosi) di dover ripetere a breve termine le elezioni, le percentuali dei neonazisti sarebbero calate”. E invece, alle elezioni del 17 giugno la lista dei neonazisti ha mantenuto sostanzialmente i suoi voti, subendo solo una piccolissima flessione dello 0,5%, pari a 15 mila preferenze. Alba Dorata è passata da 21 agli attuali 18 deputati che conta nel parlamento greco.
“L’incessante messaggio razzista che emana Alba Dorata – continua Deliolanes nel libro – ha avuto un effetto diretto sulla società greca. Le violenze nelle scuole ai danni di studenti immigrati o di sinistra sono in rapida crescita. Può capitare di vedere un bambino di 10 anni fare il saluto fascista e disegnare svastiche”. Le rivendicazioni razziste di Alba Dorata hanno anche condizionato la politica interna del paese. “Dal Parlamento la pressione del gruppo estremista in direzione razzista è costante – si legge nel libro -. Ha chiesto la radicale revisione dei libri di testo perché si condanna ‘lo spirito di superiorità di una nazione o di una religione su tutte le altre’. Alba Dorata ha anche chiesto l’elenco degli alunni extracomunitari iscritti nelle scuole e nelle università greche e quello dei ricoverati negli ospedali”.
L’ultimo episodio di violenza attribuito a militanti di Alba Dorata riguarda l’omicidio del giovane rapper antifascista Pavlos Fyssas ad Atene. Fyssas è stato accoltellato la notte del 17 settembre dal 45 enne Yorgos Roupakias, sostenitore del partito neonazista. Nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Fyssas la polizia greca ha trovato elementi per arrestare Nikos Michaloliakos, leader del partito, ed altri 15 militanti della forza politica. Tra loro il deputato e portavoce del partito Ilias Kassidiairis ed altri due parlamentari e il segretario della sezione del quartiere di Nikea, a cui apparteneva Rupakias, l’assassino di Fyssas, reo confesso.
Nel libro, Deliolanes descrive poi i rapporti tra i dirigenti di Alba Dorata e il regime dei colonnelli, la complicità con il centro destra e perfino i riti segreti nel nome di divinità pagane e di satana. “È capitato anche che l’estrema destra neopagana e complottista sia riuscita ad assurgere ai fasti di un riconoscimento quasi ufficiale – si legge -, radunando attorno a sé figure importanti del mondo accademico greco”. È successo nel settembre del 1999. “Il ministero della Difesa ha concesso le prestigiose sale del Museo delle Armi di Atene a un congresso organizzato dal direttore del mensile ‘Il terzo occhio’, specializzato in profezie, misteri e culti arcani. In primo piano tra i relatori Konstantinos Plevris”, fondatore e leader dei due partiti nazionalisti, Linea del Fronte e 4 agosto, il movimento da cui proviene il leader di Alba Dorata, Michaloliakos.
Nato nel 1957, Michaloliakos ha fondato Alba Dorata nel 1980, giorno del suo compleanno. All’inizio non è che il nome di una semplice “rivista dalla grafica scadente, con una periodicità incerta a diffusione militante”, poi con il tempo, grazie ai legami tra Michaloliakos e l’estrema destra, diventa un partito politico come quello che conosciamo. Figlio di un secondino del Peloponneso e un fratello che diventerà vicecapo di Stato maggiore dell’esercito, “l’approdo di Michaloliakos al nazismo era praticamente scontato”. Non è un caso che il simbolo di Alba Dorata sia un presunto simbolo miceneo, molto simile a una svastica.
Nelle ultime settimane, tuttavia, dopo l’omicidio del rapper Fyssas e un attentato contro due militanti di Alba Dorata, rimasti uccisi, la forza politica ha subito un duro colpo. Il consenso popolare nei suoi confronti è calato e i suoi attivisti sono finiti nel mirino di organizzazioni armate (mafiosi o servizi segreti secondo alcuni). Le sue idee xenofobe e razziste però hanno attecchito nella società greca e, con l’aumentare della crisi e della disperazione, non se ne andranno facilmente.
G. L. -ilmegafono.org
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