Il jazz è da oltre un secolo il genere certamente più apprezzato a livello mondiale. Inesauribile e mai obsoleto, esso gode di caratteristiche uniche che lo rendono apprezzabile da un’ampia gamma di ascoltatori: la poliritmia, l’andamento sincopato, ma soprattutto l’improvvisazione, rappresentano i segreti di un genere così versatile da lasciare spazio all’immaginazione e alla vera essenza dell’artista che si cimenta in questo tipo di musica.

In questo numero vi vogliamo proprio parlare dell’essenza di un musicista che dal jazz è stato completamente avvolto e verso il quale ha indirizzato tutte le sue risorse musico-compositive: il siracusano Gabriele Buonasorte. Sassofonista, compositore, arrangiatore e sound designer, Buonasorte è ormai da tempo un nome importante nel settore del jazz italiano. Vanta collaborazioni musicali illustri nel genere e rappresenta senza dubbio un ottimo punto di riferimento per la musica italiana, che inizia a conoscerlo ancora più a fondo grazie al suo primo lavoro discografico: “Forward” (NAU Records).

Dopo circa un anno di gestazione, l’album, prodotto dalla NAU Records, è uscito dagli studi di registrazione avvolgendo chi lo ascolta nella classica atmosfera jazz, forgiata tramite una strumentazione standard per il genere (sax, basso, batteria e tromba). È una musica, come dice lo stesso autore, che unisce ritmi differenti per ricercare un jazz più fresco e raffinato; in ognuna delle nove canzoni contenute nell’album, l’autore, per mezzo della sola musica, proietta quella che è la sua immagine della società odierna. Ne vengono fuori dunque, in alternanza, momenti di pura adrenalina, sempre contestualizzata al genere, e altri molto più rilassanti, soavi, quasi riflessivi.

Un lavoro, il primo in studio per Gabriele Buonasorte, che consacra senz’altro le ottime qualità dell’artista. “Forward” mette in risalto all’orecchio delle ottime doti ritmiche, musicali e anche compositive; tutti elementi di fondamentale importanza per chiunque voglia immergersi in quel mondo musicale così vasto ed incredibilmente mutevole chiamato jazz.

Manuele Foti –ilmegafono.org