Pier Luigi Vigna è stato uno degli uomini più importanti della magistratura italiana degli ultimi anni. La morte del magistrato porta via con sé la figura di un uomo da molti definito burbero, ma sensibile; un magistrato che ha lottato contro la mafia e non solo. Un uomo che verrà ricordato per sempre, specialmente per il suo grande lavoro antimafia compiuto nel corso degli anni ’90. Proprio in quegli anni, Vigna vive il suo momento di maggiore notorietà (sebbene fosse celebre e apprezzato già da molto tempo): nel 1991 accetta la carica a procuratore capo presso il tribunale di Firenze, mentre nel 1997 diventa Procuratore Nazionale Antimafia, ricoprendo tale incarico sino al 2005 per raggiunti limiti d’età.
Nel corso della sua carriera, Vigna ha combattuto diverse battaglie, ma soprattutto due: quella al terrorismo e quella alla mafia, occupandosi anche del tragico evento del rapido“904” in cui morirono 17 persone, a seguito di un attentato la cui matrice rivela un intreccio tra mafia, eversione di destra e massoneria. Inoltre, il suo apporto alla lotta alla criminalità organizzata è stato importantissimo soprattutto per quanto riguarda la presenza della stessa in Toscana. Partecipò anche alle indagini che videro coinvolte le stragi di mafia tra il ’93 e il ’94 e questo gli permise di raggiungere pochi anni dopo la più alta carica all’interno della Dna.
Eppure, se ancora oggi ci ricordiamo di Vigna come uno dei più attenti magistrati italiani, questo, probabilmente, è dovuto ad una della indagini più importanti e con maggiore attenzione mediatica degli ultimi decenni. Si tratta di quella sul cosiddetto “Mostro di Firenze”, in realtà un gruppo di uomini che sconvolse, per un ventennio, la vita e la società fiorentina. Insomma, Vigna ha avuto una carriera a tutto campo e questo è stato sicuramente un fattore molto importante che lo ha aiutato nel corso della sua vita. Nonostante ciò, pare che nel nostro Paese questo non basti perché la memoria resti intatta e onorata come consuetudine. Proprio qualche giorno fa, infatti, né il Presidente della Repubblica né nessun’altra figura politica (ad eccezione di Renzi) ha partecipato ai funerali del magistrato.
Certo, la ormai consueta lettera di cordoglio del presidente Napolitano non è mancata neanche questa volta, così come le dichiarazioni di “facciata” da parte di diverse cariche politiche. Probabilmente non si ha la piena consapevolezza di cosa sia il rispetto per un uomo che ha onorato le istituzioni, un uomo che nel corso della propria vita, nonostante i ruoli importanti che ha ottenuto, ha avuto l’occasione, tra le altre cose, di dimostrare umiltà e vicinanza sincera (a differenza di molti altri) nei confronti di colleghi quali Falcone e Borsellino, attorno a cui in tanti fecero il vuoto. Un brutto segnale, l’assenza delle istituzioni ai funerali di Vigna. Così come il poco rilievo che la stampa ha dato alla notizia. Nessuno speciale, nessun approfondimento sulla vita di un magistrato valoroso che ha attraversato, con ineccepibile senso del dovere e intelligenza, le fasi più difficili della storia drammatica di questo Paese. Toccherà a noi far conoscere ai più giovani il valore di Pier Luigi Vigna e del suo prezioso esempio.
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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