Questa settimana, per gli amanti delle mostre d′arte moderna e dei viaggi, proponiamo una splendida mostra monografica sulla più brava e unica pittrice italiana, Artemisia Gentileschi. Dopo Milano, il musée Maillol di Parigi accoglie le tele della più grande artista italiana. Figlia di Orazio Gentileschi, pittore sulle orme di Caravaggio, che vide subito le capacità pittoriche della figlia come un miracolo e la spinse a praticare la professione di pittrice. Violentata dal pittore Agostino Tassi, riuscì ad accusarlo e a farlo condannare alla galera (anche se poi venne graziato). Fu la prima donna ad essere ammessa all′Accademia del Disegno fondata dal Vasari negli anni ′60 del Cinquecento per affermare la supremazia dell′“idea”, espressa tramite il disegno, su tutte le arti.
La violenza che subì da giovane non la lasciò sicuramente indifferente, anzi, i suoi soggetti sono quasi tutti femminili e, oltre alla splendida Danæ (che potete vedere nell′immagine in fondo alla pagina) che trasforma una venere di Tiziano in una magia, le figure che Artemisia rappresenta sono prevalentemente donne: Cleopatra, Lucrezia, Maddalena, Minerva, Betzabea (che sembra una bagnante di Ingres), Corsica, Clio, Santa Cecilia, Santa Lucia, e l′allegoria della Pittura e della Musica. Anche rappresentando la nascita di Giovanni Battista, inserisce attorno al piccolo Giovanni quattro figure femminili, mentre nel quadro che rappresenta Sansone e Dalila, Sansone dorme (c′è solo la testa) e Dalila è protagonista assieme ad una serva.
Nel 1635 dipinge “La Pace e la Giustizia si baciano”, un bacio saffico che potrebbe simboleggiare la rinnovata pace con la sua anima violata dopo il raggiungimento della giustizia. Un suo incredibile autoritratto del 1630, conservato a palazzo Barberini a Roma, la rappresenta mentre dipinge un viso che ricorda il viso di Caravaggio, come se volesse dichiarare il suo stile pittorico. I quadri sono splendidi e calano lo spettatore in una realtà vecchia di quattrocento anni, in un′Italia bigotta ma all′apice della sua fama. I quadri di Artemisia furono ricercatissimi tra i collezionisti europei che non avevano mai visto dipingere una donna e desideravano a tutti i costi possedere una sua opera.
Stranamente, la struttura cronologica della mostra del musée Maillol è invertita: si inizia, al pian terreno, dalle tele che vanno dal 1630 al 1653, anno della morte, mentre al piano superiore l′infanzia e le opere giovanili. Questa scelta, probabilmente dettata da problemi di spazio, spiazza il visitatore che deve fare un certo lavoro mentale per godere dell′esposizione. Non sappiamo com′era organizzata la mostra di Milano, perché non l′abbiamo visitata, ma questa parigina che durerà fino a giugno è come se fosse sottosopra. In ogni caso è una bella mostra, perché composta dai capolavori di questa pittrice straordinaria nell′unico museo di Parigi creato da una modella, Dina Vierny, musa di Aristide Maillol, nel 1995.
Angelo De Grande -ilmegafono.org
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