Oggi vorrei parlarvi di una villa rinascimentale palermitana abbandonata a se stessa: Villa Napoli.
Nascosta dai condomini che nell′ultimo secolo l′hanno circondata grazie al frazionamento e alla vendida dello splendido giardino normanno che la circondava, questa elegantissima villa, costruita su un alto podio, ingloba la struttura della Cuba soprana, ancora leggibile sul fronte orientale della costruzione. Inoltre, nel suo giardino, antico parco reale del Genoardo, possiamo imbatterci ancora oggi nella piccola Cuba, un padiglione cupolato e aperto sui quattro lati sul giardino verdeggiante, anticamente chiamato “grande Paradiso della terra”.
Dopo l′acquisizione da parte della Regione siciliana della suddetta villa nel 1991, una serie di interventi di restauro hanno consentito di recuperare i tetti della villa e dei corpi annessi. Inoltre lavori mirati al recupero del giardino e al suo sistema d′irrigazione originario sono stati svolti sgomberando un vivaio che occupava parte del giardino residuo da oltre dieci anni. Infine, l′ultimo restauro si è concluso nel 2010 ed è costato 650 mila euro.
Dopo tutto questo lavoro la villa è stata affidata all′Orchestra sinfonica siciliana, un ente di diritto privato, e di conseguenza i fondi richiesti dalla Soprintendenza (1,5 milioni di euro di finanziamenti europei) sono andati perduti perché non assegnabili ad un ente privato. Oggi si sta pensando di omaggiare di un altro immobile l’Orchestra sinfonica siciliana e sottrarle questo che, una volta tornato nelle mani della Regione, potrà ricevere il nuovo finanziamento comunitario di 350 mila euro per iniziare un nuovo restauro mirato alla creazione di un museo antropologico.
Chi pagherà per quello che é successo a questa villa storica? Chi pagherà per l′errore commesso dalla Soprintendenza che ha assegnato un bene pubblico ad un organismo privato, buttando via 1,5 milioni di euro? Chi pagherà per gli affreschi del Settecento tristemente vandalizzati o per le maioliche rinascimentali ritrovate in vendita al mercato di piazza Marina?
I nostri discendenti.
Angelo De Grande -ilmegafono.org
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