In Val Sabbia, provincia di Brescia, esiste una piccola isola felice per l’energia fotovoltaica: è lì, infatti, che risiede la centrale solare pubblica più grande d’Europa. L’impianto rifornisce di elettricità tutti gli edifici della zona (abitazioni, municipio, semafori, scuole) senza alcuno sgravio sulle spese statali. Un tempo poverissima, la zona lambita dal fiume Chiese, è diventata un esempio da seguire in poco tempo, rivestendo d’orgoglio le comunità montane, bistrattate dal nostro governo. I 25 comuni della Valle, più 16 comuni aggregati, hanno messo in piedi un tal sistema di alleanze ed accordi per il rifornimento energetico da far impallidire le grandi città: di qui è nata la Secoval (società per i servizi comunali), che, non solo è riuscita ad ottenere appalti per il rifornimento di gas ed energia elettrica ad impatto zero, ma è stata anche in grado di convincere i vincitori delle gare d’appalto a rifornire le contrade definite “poco remunerative”.
Un gran risultato per essere soltanto una piccola comunità montana. Per risparmiare sui servizi, sono stati raggruppati Ici, Tarsu (tariffa sulla spazzatura) e Tia (tariffa sull’igiene ambientale), mentre la sicurezza è garantita da una efficientissima banca dati che non solo controlla l’esatto rifornimento energetico di ciascun edificio, ma ne garantisce anche la costante sorveglianza. La banca dati consente inoltre ai cittadini di sbrigare pratiche burocratiche direttamente dalla propria postazione internet in casa, risparmiando cosi lunghe attese negli uffici pubblici. La banca dati è gestita da 15 dipendenti, mentre il totale dei dipendenti comunali è di 297 lavoratori per 41 comuni. Gli abitanti complessivi sono 160.000.
La centrale fotovoltaica è entrata in funzione nello scorso giugno, e, come spiega Ermano Pasini, consigliere regionale dal 1985, bisognava risolvere tutte le pratiche burocratiche entro il mese di dicembre 2010. Così, dopo tre mesi impiegati per le autorizzazioni, da settembre la centrale è entrata pienamente in funzione, contando su somme di denaro relativamente esigue provenienti dalla regione: 300mila euro da sviluppare con la produzione energetica. La zona prescelta per installare la centrale era in uno stato pietoso: intensi lavori di bonifica ed intensa cooperazione tra tutte le forze politiche hanno permesso il risanamento e la successiva realizzazione dell’impresa, dando cosi un ottimo esempio a tutta l’Italia.
Dopo mesi di lavoro, la centrale è divenuta finalmente operativa, producendo 7,8 kw l’anno con un ricavato di circa 5milioni. Oltre a rifornire la comunità di energia, la valle diventerà anche polo turistico per le scolaresche di tutta Italia: sarà infatti inaugurato un parco ad energia rinnovabile, caratterizzato da impianti ad impatto zero e lunghe distese di piante ed arbusti nel segno del rispetto ambientale. E pensare che il governo ha pensato addirittura di sopprimere le comunità montane, oltre a voler puntare sul nucleare…
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
Commenti recenti