Sono ormai sedici anni che Napoli e tutta la Campania combattono contro la perenne e mai terminata emergenza rifiuti, tanto che si può confermare la tesi assai triste di alcuni sociologi: i ragazzi nati dopo il 1994 non hanno mai effettivamente visto pulita la loro città. Ad intervalli piuttosto regolari, la Campania diventa discarica a cielo aperto, ed ecco che giornali e notiziari tv ci mostrano le solite immagini di rivolte, proteste, cumuli di rifiuti agli angoli delle strade, proprio come sta succedendo in questi giorni. La situazione sembra momentaneamente sotto controllo in alcune zone del centro di Napoli ed in alcuni comuni, ma il fantasma della montagna di rifiuti sotto la propria abitazione circola ancora senza tregua tra i cittadini, che temono nuovamente il peggio.
“Gli anni scorsi i cumuli di rifiuti sono arrivati persino ai primi piani delle abitazioni, tanto che alcune persone erano obbligate a tenere le finestre chiuse, mentre altri, gettavano addirittura i sacchetti dalla finestra”, è quanto ci racconta V., studente 21enne di San Giorgio a Cremano. “Qua – prosegue- non abbiamo discariche, ma la situazione è comunque insostenibile. Anni fa le scuole furono chiuse, c’erano addirittura topi all’ingresso. Uno schifo”. Poi è il turno di una mamma come tante all’uscita di una scuola elementare, braccata da un cassonetto traboccante nei giorni scorsi: “La cosa più bella -ci dice- è che paghiamo anche la tassa sulla spazzatura più alta d’Italia: ma per chi ci hanno presi? Devo pagare e rischiare che i miei figli si ammalino di tumore o che prendano una brutta infezione? No, non esiste, mi faccio arrestare piuttosto!”.
Stamane sia i cassonetti, sia le strade cittadine erano sgombere da sacchetti e rifiuti vari, ma se le proteste relative alla riapertura di Cava Sari e Cava Vitiello nei pressi di Terzigno continueranno, la situazione sarà identica a quella dei giorni scorsi. Una delle strade principali di Napoli, il Corso Vittorio Emanuele, era praticamente sommersa dai rifiuti, tanto che anche l’entrata dell’ateneo universitario “Suor Orsola Benincasa” era accessibile solo da un lato; era quasi necessaria una corsa ad ostacoli per poter attraversare il cumulo. La zona di Montesanto, inoltre, già dilaniata da vari disagi socio-ambientali di diversa natura, rischiava di essere chiusa al traffico a causa di rifiuti che ingombravano alcuni dei vari vicoli che collegano alle strade principali. Restano tuttavia sommerse le zone dell’Arenella e gran parte della periferia.
A scaldare ancor di più gli animi negli ultimi giorni è il Decreto legge contro l’emergenza rifiuti, definito “decreto fantasma” dai membri dell’opposizione, in quanto si limiterebbe ad ipotesi piuttosto aleatorie in merito alle direttive imposte dall’Unione Europea. Proprio a proposito di Unione Europea, è in corso in questi giorni un’ispezione nel capoluogo campano per verificare da vicino lo stato reale dell’emergenza. Si potrebbe definire come l’ennesima brutta figura della Campania, ma soprattutto, dell’Italia intera di fronte all’Europa. Come se non bastasse, arrivano anche i commenti razzisti e faziosi del leghista di turno, che incita i napoletani “a mangiare i rifiuti piuttosto che ospitarli al Nord”. La curiosa dichiarazione nasce dalla richiesta da parte delle autorità campane e nazionali ad alcune regioni di ricevere un certo quantitativo di rifiuti per arginare l’emergenza.
Dal Nord proviene un chiaro e deciso “NO”, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia, il cui Consiglio Regionale ha chiesto che “la regione si renda disponibile”; tra le regioni del centro solo la Toscana si è resa completamente disponibile, mentre le Marche si sono categoricamente opposte. Il Lazio e la presidente Polverini si dichiarano disponibili solo in caso di ulteriori approfondimenti tecnici. Il leader del Carroccio, Bossi, afferma che le uniche indagini che la magistratura dovrebbe avviare sono contro il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, e che l’unico a poter fare davvero qualcosa è il premier Berlusconi (ma a questo punto, dati gli ultimi risultati è un’affermazione alquanto azzardata); stando alle regole del gioco delle responsabilità, il sindaco Iervolino risponde di avere la coscienza a posto. Curiosa è poi la dichiarazione del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, il quale si dice certo che l’emergenza non implichi alcun rischio per la salute dei cittadini. E questa si che risulta essere l’ennesima balla fornitaci dalle istituzioni.
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
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