Si parla di emergenza, ma se il fenomeno è una costante, dobbiamo iniziare a considerarlo come permanente effetto del riscaldamento globale. La siccità popola ormai le cronache e le terre che abitiamo, provocando enormi perdite economiche e ambientali. Ogni anno, negli ultimi anni, per l’appunto, ci sono regioni che entrano in emergenza dopo “il gran caldo”, che non possiamo più percepire come evento straordinario, purtroppo. Le piacevoli estati italiane sembrano ormai un ricordo di qualcosa che il riscaldamento globale ha cancellato e non fa tornare più. Lo stato di siccità è un problema mondiale, tutt’altro che soltanto italiano, e le notizie che arrivano da ogni parte del globo ne sono la prova.

Un recente studio pubblicato sulla rivista “Science” evidenzia la forte correlazione tra eventi di siccità e aumento della temperatura base, provocato dai gas serra. Lo studio si é concentrato sugli “eventi improvvisi” che, in poco tempo, mesi o addirittura settimane, portano a rapidi peggioramenti delle condizioni ambientali. Le siccità improvvise si verificano con maggiore incidenza in Europa, Australia e Asia centrale. Le alte temperature provocano un’alterazione della traspirazione ed evaporazione del terreno, e, di conseguenza, una distribuzione di calore e piogge fortemente squilibrata. Una diretta conseguenza è la siccità laddove le precipitazioni tendono a scarseggiare, zone ormai sempre più vaste e disseminate in tutto il globo, non soltanto nei luoghi in cui ci hanno abituato le solite narrazioni senza prossimità. Lo studio ha preso in analisi anche dati del passato e ne emerge un fattore lampante: le siccità improvvise sono diventare molto più frequenti a partire dagli anni ‘50, in territori sempre differenti. I processi più lunghi, invece, possono non essere considerati come causa del cambiamento climatico.

Gettando lo sguardo sul nostro Paese, colpiscono ormai, come triste consuetudine, gli stati d’emergenza siccità proclamati da Sicilia e Sardegna. Le due isole combattono senza tregua contro il cambiamento climatico, sottoposte continuamente al rischio desertificazione sempre più esteso. In Sicilia si calcola che quasi il 70% del territorio rischia, per l’appunto, la desertificazione, ma sembra essere tutto frutto di una serie di concause in cui larga parte di responsabilità é delle attività antropiche: sprechi d’acqua, uso di combustibili fossili e sciacallaggio mettono la firma a una situazione in progressivo peggioramento. La musica non cambia in Sardegna, dove la Giunta regionale ha chiesto un intervento del ministero dell’Agricoltura per lo stato di siccità. Si parla di perdite pari a 9,5 milioni secondo una prima stima condotta dall’Agenzia Laore. Una fotografia, dunque, che si sta coprendo a macchia di leopardo di zone sempre più rosse e oscure. Una fotografia che, senza un deciso cambio di direzione in tema di politiche ambientali globali, rischia di fissarsi in un continuo presente.

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