Tre anni fa ha suscitato un certo scalpore e un grande interesse la prima docuserie tutta italiana uscita su Netflix, dal titolo “SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano”, dedicata al trattamento delle tossicodipendenze e in particolare ai primi 17 anni della storia della comunità di San Patrignano. A un quarto di secolo dalla morte del fondatore di SanPa, Vincenzo Muccioli, il tema delle dipendenze da sostanze è purtroppo più attuale che mai, anche se le dinamiche sono molto diverse rispetto ad allora. Il passato della droga in Italia negli anni Settanta e Ottanta è di fatto una storia con una sola ingombrante protagonista: l’eroina. Dagli anni Novanta lo scenario è profondamente mutato. Anzitutto per via dell’incremento nell’uso della cocaina (lo si vede anche da un’altra serie sempre targata Netflix, “Narcos”) e poi per l’arrivo della lunga lista delle cosiddette droghe sintetiche.

La Relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze 2023, inviata al Parlamento italiano, mette in luce un aumento dei consumi sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. Particolarmente preoccupante è l’incremento, nella fascia dei giovanissimi, del consumo di cannabinoidi e delle nuove sostanze psicoattive (NPS), sostanze “di nuova generazione” che hanno come fonte principale di acquisto il mercato del web. La commercializzazione illegale delle droghe sulle reti elettroniche è una modalità di diffusione delle sostanze stupefacenti particolarmente insidiosa e difficile da contrastare. Consente, infatti, l’accesso al mercato clandestino (spesso gestito dalla criminalità organizzata) di un numero potenzialmente indefinito di clienti, tra cui ragazzi e ragazze in età scolare, non richiede investimenti particolari da parte dei fornitori, sembra garantire l’impunità e offre la possibilità, soprattutto a quelli più giovani, di acquistare le sostanze direttamente da casa, senza dover entrare in contatto con lo spacciatore, ricevendole a domicilio in confezioni, spedite per posta aerea, che assicurano la riservatezza circa il contenuto. Molti di questi siti web sono localizzati nel Nord Europa o nell’Europa dell’Est.

Ulteriore dato che emerge dalla Relazione è il sensibile aumento dell’uso di psicofarmaci, soprattutto nella fascia 15-19 anni, uso che durante il periodo della pandemia da Covid-19, è triplicato. Il Rapporto Mondiale sulla Droga 2022 dello United Nation Office of Drugs and Crime ha inoltre confermato il notevolissimo aumento nella coltivazione e nel traffico di cocaina. Nel 2022, circa 44.000 studenti italiani, ne riferiscono l’utilizzo; parliamo di minorenni, di giovani sotto i 18 anni. La cocaina, un tempo la droga dei ricchi e dei festini a luci rosse, è diventata la droga di tutti, anche dei più giovani. È di qualche giorno fa la notizia dell’arresto, a Roma, di un cittadino colombiano di 20 anni circa, in possesso di diversi involucri di cocaina e di una sostanza polverosa di colore rosa risultata poi essere sostanza stupefacente del tipo MDMA/Ecstasy, definita la cocaina rosa. Nelle grandi città della Colombia, questa sostanza è diventata il simbolo di una nuova generazione di giovani narcos che la producono e la fanno circolare negli ambienti del clubbing e del turismo sessuale.

Sul mercato è venduta come uno strumento stimolante più esclusivo della cocaina, viene tinta con un colorante alimentare e spesso profuma di fragola. Ha assunto il nome di “tusi” perché conteneva, tra le altre cose, il composto psichedelico 2C-B, sostanza psicoattiva appartenente alla famiglia delle feniletilammine 2C. Si tratta, la cocaina rosa, di una droga, che può contenere diverse quantità di sostanze, a seconda del “cuoco” che la compone: dalla ketamina alla caffeina, dalle benzodiazepine alla metanfetamina. Di recente la polizia spagnola ha annunciato l’arresto di sette membri di un cartello criminale che distribuiva cocaina e tusi a Madrid e Malaga, importandole dall’America Latina. Una sostanza esclusiva che si sta diffondendo, ormai, anche in Europa. La diffusione della cocaina rosa (o tusi) fa parte di un lento ma importante cambiamento nel mercato globale dei narcotici, il cui peso delle droghe derivate dalle piante come cannabis, cocaina ed eroina è in diminuzione, mentre aumenta quello delle droghe sintetiche prodotte in laboratorio. Droghe imprevedibili e anche letali. Droghe che costano la vita.

Alla luce di tutto questo verrebbe da chiedersi perché si consumano sostanze stupefacenti se fanno male e se portano, spesso, alla morte. Perché vi è un aumento dell’uso e consumo? Vivere costa fatica. Il filosofo e psichiatra Umberto Galimberti prova a spiegarcelo: “Alla base dell’assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell’alcol, c’è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c’è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita”.

Vincenzo Lalomia -ilmegafono.org