Spreco e perdita di cibo sono alla base della fame nel mondo, per debellarla è necessario partire da qui. Anzi, è necessario partire dalla produzione: il 14% si perde tra raccolto e vendita, senza mai arrivare alla destinazione finale, ossia il consumatore. Anche questo contribuisce a lasciare senza cibo circa 957 milioni di persone in tutto il mondo. Un problema che si potrà risolvere solo rendendo più sostenibili i sistemi alimentari.
Lo spreco di cibo comporta anche spreco di terra e acqua, risorse da proteggere e tutelare, stesso discorso per le infrastrutture: se mancano, il cibo non potrà essere trasportato ai consumatori e verrà dunque sprecato. Una volta sprecato, ma non solo, il cibo diventa spazzatura, ossia rifiuti da smaltire e che quindi producono emissioni di CO2.
Le maggiori difficoltà sono affrontate chiaramente dai paesi più poveri, che hanno più insidie nell’accesso a tecnologie e modelli avanzati. Sono proprio loro ad avere maggiore necessità di migliorare i sistemi di produzione e prevenire le perdite. Peraltro molti di questi paesi sono gli stessi che spesso vengono utilizzati come discariche di rifiuti provenienti dai luoghi in cui gli sprechi sono prodotti.
Per combattere questo problema e fare qualcosa contro la fame nel mondo, l’International Fund fot Agricultural Development procede nel formare gli agricoltori già al momento del raccolto per poi investire in infrastrutture utili alla fase successiva. La questione dei sistemi alimentari e dei sistemi di produzione è stata al centro anche dell’ultimo Food Systems Summit delle Nazioni Unite, appena concluso, ma è chiaro che bisogna smettere di discutere e intervenire tempestivamente con soluzioni concrete.
Redazione -ilmegafono.org
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