Anche quest’anno il calcio italiano sta facendo i conti con diversi episodi di razzismo all’interno degli stadi di Serie A. Due sono stati gli episodi più eclatanti. A settembre, in occasione della gara contro il Cagliari, Romelu Lukaku, bomber dell’Inter appena arrivato dalla Premier League inglese, aveva dovuto fare i conti con qualche ignorante di troppo che, nel tentativo di intimidirlo, aveva imitato il verso della scimmia. I “boo” razzisti sono ormai all’ordine del giorno anche nella tribolata carriera di Mario Balotelli, calciatore dalla pelle nera che ha militato anche nella nazionale italiana, il quale a novembre ha dovuto fare i conti con gli istinti animali degli ultras del Verona, storicamente molto legati all’ultradestra.

In questo trantran mediatico che ogni anno si ripete, tra dibattiti in tv, denunce dei giocatori e connivenza di società che spesso sono messe con le spalle al muro da presunti tifosi, troppo spesso è risultato evidente come l’intervento delle istituzioni sportive (e non) sia stato assolutamente inefficace nel limitare il problema. Dalla fine di questa stagione però le cose potrebbero finalmente cambiare. In occasione degli Europei, che quest’anno si terranno in vari paesi tra cui l’Italia, il ministero dello Sport, in collaborazione con il ministero dell’Interno e la FIGC, ha l’obiettivo di installare negli stadi italiani delle nuove tecnologie volte a individuare i responsabili. Probabilmente si tratterà di radar sonori in grado di captare la direzione del suono, ma si potrebbe arrivare anche all’implementazione di telecamere munite di software per il riconoscimento facciale.

Insomma se alle promesse del ministro Spadafora verrà dato un seguito, il governo dimostrerà con i fatti di essere seriamente intenzionato a liberare gli stadi da queste mele marce che minano continuamente la credibilità del movimento calcistico italiano. Non solo: provvedimenti come questo rilancerebbero anche l’immagine dell’Italia nel panorama internazionale. Non possiamo dimenticare che l’ultimo segnale che abbiamo dato in questo senso è stato quello dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che stringeva la mano a un ex spacciatore capo ultras del Milan.

Chi però beneficerà maggiormente di questa piccola rivoluzione saranno sicuramente le società di serie A, che potranno finalmente liberarsi dal giogo dei criminali che non potranno più nascondersi dietro le multe alle squadre, ma saranno costretti a pagare in prima persona per le infrazioni che commetteranno. La strada che porta agli Europei sarà inoltre pregna di iniziative volte alla sensibilizzazione sul tema del razzismo. Come ha ricordato in settimana il ministro Spadafora: “Non si diventa razzisti allo stadio, lì ci si mostra anche molto più liberamente per quello che si è, e lo si grida a volte pensando a dei modelli sempre consentiti all’interno degli stadi”. Modelli che forse sono finalmente destinati a scomparire. L’appuntamento è il 12 giugno allo stadio Olimpico di Roma in occasione di Italia-Turchia. L’inizio del sogno europeo azzurro e forse anche di una nuova era per il calcio italiano.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org