Il blues è un genere meraviglioso, dalla grande storia e tradizione, seppur tra i confini italiani non trovi troppi seguaci. Non è facile, infatti, trovare in Italia molti artisti o gruppi che facciano del blues il loro caposaldo: di certo lo fanno (e anche piuttosto bene) i Carbonara Blues.
Il nome con il quale questa band si presenta è già un piatto che, oltre a far venire appetito, ci aiuta a definire quelli che sono gli ingredienti musicali che troviamo all’interno delle produzioni sonore di questo bel gruppo. La base imprescindibile, abbastanza intuitiva, è quella blues: una base armonica che richiama i grandi fasti del passato e li ripropone in qualcosa di meno lineare, in cui la propensione ad osare verso l’inatteso e il proibito è maggiore.
Nella musica dei Carbonara Blues è possibile trovare davvero tanto: equilibrio o disordine, a seconda del momento, in un’orchestra di suoni che sa intrattenere senza doverci stupire con eccessi o effetti particolari. Ma ci si trova anche una bellissima voce maschile, calda e insolente e (giusto un pizzico) anarchica, a cui piace sia mostrare la sua sicurezza sia le sue emozioni. Infine si riscontrano diverse sfumature, ma la più evidente è senza dubbio quella che si riferisce alla canzone d’autore italiana, quella che si colloca tra poesia e tradizione folk.
È in generale un tipo di musica che ha molto da raccontare, addentrandosi nelle viscere dell’animo, quelle recondite e primordiali, quelle che “tradiscono e vengono tradite”. Ed è uno stile musicale che i Carbonara Blues hanno deciso di proporre al grande pubblico attraverso una produzione discografica intitolata “Proibizionismo” (di cui ci hanno parlato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”).
Un titolo che richiama i divieti d’Oltreoceano di un secolo fa, prendendoli come esempio e riproponendoli attorno a tematiche in cui la centralità è un metaforico amore segreto verso persone, luoghi o emozioni, vissuto in maniera intensa anche quando è amorale. “Proibizionismo” è un album di otto tracce, ma che si estende per un minutaggio davvero ampio: ogni brano è un racconto e i Carbonara Blues si prendono tutto il tempo necessario affinché gli ingredienti sonori siano ben amalgamati e il loro messaggio passi forte e chiaro, come è giusto che sia. È un disco di ottima qualità, ben strutturato, di tradizione internazionale e nostrana allo stesso tempo, in cui è possibile scorgere sfumature dell’una e dell’altra simultaneamente. Insomma, è un piatto abbondante e saporito. Come una carbonara, per intenderci.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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