Dati sempre più preoccupanti per quanto riguarda il riscaldamento globale. A lanciare l’ennesimo allarme è stato l’Onu, nella bozza di una relazione che sarà pubblicata a ottobre prossimo in Corea del Sud. Secondo il rapporto dell’Ipcc, infatti, il cambiamento climatico oggi è giunto già a +1 grado e aumenta di 0,2 gradi ogni decennio. Questa situazione comporterebbe sia danni all’ambiente che forti ripercussioni sull’economia e sulla società. Dal rapporto emerge che ancora non è tutto perso e che possibili margini di miglioramento potrebbero essere raggiunti. Se le nazioni, infatti, attuassero rapidamente, con azioni di ampia portata, tutte le direttive per ridurre le emissioni di carbonio, come la diminuzione dei combustibili fossili, potrebbero sicuramente contribuire a contenere il global warming.
Questo documento scientifico, redatto dal gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) delle Nazioni Unite, grazie al parere di 25 mila esperti, non è altro che una guida su come gli Stati dovranno comportarsi per combattere concretamente il riscaldamento globale. Spiega, inoltre, come ciò si potrà rivelare una grave minaccia sia per i Paesi che non limiteranno l’uso di inquinanti, sia per tutti gli Stati in via di sviluppo a causa dell’impatto economico e sociale che potrà sorgere.
Gli esperti sostengono che, stando a una media di +0,2 gradi centigradi a decennio, entro il 2040 verranno superati gli 1,5 gradi. La loro proposta pertanto è quella di promuove un rapido passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, una maggiore efficienza energetica e un’azione rapida e ambiziosa da parte dei governi e delle imprese, in modo che gli impatti a 1,5 gradi saranno molto meno terribili di quelli ipotizzati a 2 gradi.
Sono già 200 i Paesi che si sono impegnati a fare di tutto per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi a cui potremmo andare incontro. Altri aspetti importanti sono il mutamento nell’alimentazione del settore trasporti (verso l’elettrico e zero emissioni), il miglioramento dell’industria agricola e l’arresto della deforestazione, perché un innalzamento di due gradi porterebbe alla scomparsa delle barriere coralline e dei diversi ecosistemi mondiali. Se si riuscisse a contenere l’aumento delle temperature, si eviterebbe di mettere a rischio di inondazioni e mareggiate circa 10 milioni di persone in meno e inoltre si salvaguarderebbero il turismo, l’agricoltura, l’economia e la salute degli abitanti dell’area mediterranea.
Intanto, i report dell’Unione europea parlano chiaro: l’impegno dell’Italia non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non sono da meno, sempre secondo gli esperti, gli attuali impegni dei governi presi nell’accordo di Parigi. Al momento, infatti, non sono in grado di riuscire a limitare il riscaldamento a 1,5 gradi.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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