Il dramma dei migranti è una ferita sempre troppo aperta per l’intera umanità, tra sofferenze e problemi d’intolleranza, senza dimenticare le guerre e i disagi che i profughi si lasciano alle spalle. Molte persone fuggono da guerre e dittature, da oltraggi alla libertà e alla civiltà, cercando pace e accoglienza negli altri paesi, una categoria di migranti che va sotto la definizione di “rifugiati”, lungi dal voler etichettare gli esseri umani. C’è però un dato molto preoccupante rilevato da Oxfam, l’organizzazione internazionale impegnata nella lotta alla povertà e alla fame: dal 2008, oltre 26 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la propria terra d’origine a causa di catastrofi e calamità naturali.

Il report, intitolato “Sradicati dal cambiamento climatico”, è stato presentato alla COP23 di Bonn, sottolineando che. soltanto lo scorso anno, i disastri naturali hanno toccato da vicino più di 23 milioni di persone. Il report di Oxfam, tuttavia, non prende in considerazione le vittime di calamità lente e progressive, come la desertificazione, i disboscamenti, la siccità, fattori che porterebbero il numero degli sradicati dal cambiamento climatico a cifre ben più alte. Sono gli abitanti dei paesi in via di sviluppo a soccombere più spesso in caso di disastri naturali, la cui responsabilità, come afferma Oxfam, è da ricondurre per la maggior parte dei casi alle grandi potenze mondiali, colpevoli di politiche ambientali poco oculate.

L’appello che l’Ong rivolge ai paesi occidentali è quello di prepararsi ad aiutare economicamente le regioni del mondo più colpite dai cambiamenti climatici, come i Caraibi, colpiti dall’uragano Irma, o le Regioni del Sud Est asiatico, che devono fare periodicamente i conti con i monsoni. La scarsità di risorse e finanziamenti destinati alle popolazioni colpite dai disastri climatici ha portato Oxfam a una considerazione molto innovativa e di ampio respiro: le persone costrette a lasciare il proprio paese per motivi legati alle catastrofi naturali devono essere considerate rifugiati a tutti gli effetti e godere delle tutele giuridiche di cui beneficiano i rifugiati politici.

Attualmente, stando a quanto stabilito con la Convenzione di Ginevra, possono definirsi rifugiati soltanto individui perseguitati per motivi razziali, politici e religiosi, un gruppo forse troppo poco ampio se consideriamo il fatto che i disastri ambientali sono causati anche dall’uomo. La proposta di Oxfam è dunque quella di assicurare tutela anche a chi fugge dalle calamità naturali, proposta di cui si discuterà anche al prossimo Global Compact sulle migrazioni, organizzato dall’Iom (International Organization for Migration). A tutti gli altri spetta il compito di attuare politiche di tolleranza e accoglienza, volte all’inclusione e all’integrazione, nell’ottica di una solidarietà internazionale più concreta e fattiva.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org