I quotidiani di tutto il pianeta, dalla Corea del Sud alla Patagonia, da anni associano il nome dell’ex Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, a parole come “maschilismo, sessismo e bunga bunga”. Dopo la sentenza sul caso Ruby, che condanna l’ex Premier a sette anni di carcere per concussione e istigazione alla prostituzione, le parole di sdegno e condanna si sono moltiplicate da un capo all’altro del mondo. Solo in Italia, la principale forza di centro sinistra, il Partito Democratico ha mantenuto un silenzio a dir poco imbarazzante.
“Silvio Berlusconi, una vita attraverso le immagini”, titola il quotidiano britannico The Guardian che, in un editoriale, parla della “torbida premiership” del Cavaliere. “Dopo più di 26 mesi – si legge nell’editoriale, una cinquantina di udienze e innumerevoli colonne scritte dai giornalisti di tutto il mondo, ci sono voluti solo quattro minuti per pronunciare le parole che Silvio Berlusconi ha sempre temuto di dover ascoltare, cioè quelle della sua condanna”.
“La condanna di Silvio Berlusconi è davvero una vittoria per le donne italiane?”, si chiede invece Brooke Magnanti sul Telegraph. “Bye Bye alle feste del bunga-bunga – scrive la Magnanti – ora che il mondo si è svegliato con la notizia che l’ex Premier italiano è stato condannato a sette anni di carcere per induzione alla prostituzione minorile e concussione. Ma questa sentenza rappresenta una reale vittoria per l’Italia e le donne italiane? Il fatto che il politico 76enne debba aspettare il giudizio d’appello e che probabilmente la sua pena verrà ridotta per motivi di età, probabilmente sarà una delusione. In senso più ampio, tuttavia, la condanna di Berlusconi segna una svolta, un cambiamento nel modo in cui l’ex Premier verrà visto d’ora in poi all’interno del suo stesso Paese”.
“La condanna di Berlusconi incrina l’immagine dell’Italia”, si legge sul quotidiano tedesco Handesblatt, secondo il quale “l’intera storia giudiziaria di B. avrebbe conseguenze negative sulla reputazione dell’Italia, ma non necessariamente sul governo di coalizione” guidato dall’esponente del Pd, Enrico Letta. “Italia, vergogna”, titola il quotidiano spagnolo El Pais, sottolineando come la sentenza nei confronti di Berlusconi abbia il merito di “condensare il male in un solo uomo, esonerando le persone che lo hanno votato da qualsiasi responsabilità”. L’editoriale del Pais sottolinea come Berlusconi non abbia agito “da solo” e parla di una “responsabilità collettiva” che dovrebbe far vergognare molti cittadini italiani.
“Perché gli italiani votano Berlusconi?”, si chiedeva il New York Times in un editoriale del 26 febbraio scorso. “Spiegare la popolarità di Berlusconi solo attraverso la sua influenza mediatica sarebbe semplicistico. Ci sono moltissime persone che fin dal 1994, anno della sua prima vittoria, hanno beneficiato direttamente delle politiche lassiste del suo governo”. Secondo il giornale americano, “storicamente, gli elettori italiani sono sempre stati attratti dall’uomo forte, un leader carismatico che sia capace di risolvere da solo i problemi del Paese.
L’Italia è una nazione che tifa per un partito politico come lo fa per la Nazionale di calcio”. Quella che il New York Times e altri quotidiani stranieri offrono dell’Italia è un’immagine che milioni di cittadini, che non hanno mai votato per Silvio Berlusconi e non si riconoscono nel suo stile di vita, non meritano. In questo contesto, le timide dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd dopo la sentenza del tribunale di Milano sul caso Ruby e il silenzio di molti dirigenti della formazione politica “opposta” a quella di Berlusconi, appaiono ancora più imbarazzanti.
G.L. -ilmegafono.org.
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