Nel loro programma elettorale, Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) e il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo dedicano ampio spazio al tema della difesa ambientale, sottolineando che non si esce dalla crisi e non si rimette in moto un grande paese come l’Italia senza una conversione ecologica dell’economia. Tra i partiti in lizza per le elezioni del 24 e 25 febbraio, Sel e Movimento 5 Stelle sono però le uniche forze politiche italiane ad approfondire il tema della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile, considerato un “volano” per la crescita economica. Sia il Partito democratico che il Popolo della Libertà, così come la Lega Nord e la Scelta Civica di Mario Monti, hanno infatti solo proposte generiche in tema di ambiente che probabilmente farebbero indignare molti partiti ecologisti europei.
Il Pd riserva un punto del suo programma allo “Sviluppo sostenibile”, ma si tratta in realtà più di promozione del know-how italiano che di sviluppo nel rispetto dell’ambiente. “Sviluppo sostenibile – si legge nel paragrafo dedicato dal Pd al tema – per noi vuol dire valorizzare la carta più importante che possiamo giocare nella globalizzazione, quella del saper fare italiano. Se una chance abbiamo, è quella di una Italia che sappia fare l’Italia”. Nel programma si parla anche di “una politica industriale integralmente ecologica”, ma i termini utilizzati sono molto generici: “La qualità e le tipicità, mobilità sostenibile, risparmio ed efficienza energetica, le tecnologie legate alla salute, alla cultura, all’arte, ai beni di valore storico e alla nostra tradizione, l’agenda digitale”.
Il programma del Pdl è più ambizioso, ma altrettanto generico in termini di tutela dell’ambiente. Si propone un nuovo “piano per il riassetto idrogeologico del paese”, senza ulteriori precisazioni, così come “la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare da realizzare attraverso benefici fiscali e finanziamenti agevolati”. Sempre attraverso l’uso della “leva fiscale”, si propone di valorizzare il sistema dei parchi e delle aree protette per favorire nuove imprese e occupazione, mentre per i rifiuti si punta alla promozione della raccolta differenziata e di cicli integrati regionali di smaltimento. Nel programma del Pdl c’è anche un capitolo dedicato alla green economy in cui si parla di quattro settori strategici: eco-innovazione, fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti e mobilità sostenibile.
Il Movimento Scelta Civica, sostenuto dalle forze centriste, nella cosiddetta Agenda Monti, dedica un capitolo all’economia verde: “La tutela dell’ambiente è investimento per il futuro e presupposto per vivere meglio il presente – si legge nell’Agenda Monti – Lavoro e salute non devono più essere alternativi, ma complementari. Per questa ragione l’economia verde è parte integrante dell’economia”.
“L’industria, i trasporti, l’agricoltura, gli edifici – si legge ancora nel programma della Scelta civica – devono riorientarsi secondo i criteri dell’efficienza, del contenimento delle emissioni nocive, dell’impiego di materiali riciclabili e di tecnologie intelligenti per smaltire i rifiuti, bonificare i terreni, ottimizzare il ciclo dell’acqua, mettere in sicurezza il territorio, incentivare la mobilità a basso impatto ambientale. Programmi formativi e incentivi devono facilitare le scelte verdi”. Si tratta però sempre e solo di intenti generici che, per altro, non sono avallati dai fatti e in particolare dalla politica seguita dal governo Monti nell’ultimo anno.
Sinistra Ecologia e Libertà propone invece un “Piano verde” per il lavoro che crei occupazione buona e qualificata, con “investimenti pubblici capaci di stimolare quelli privati per la messa in sicurezza del territorio, delle scuole, per l’efficientamento energetico degli immobili, per la cura del nostro paesaggio e la riqualificazione urbana delle città. Una grande campagna per la difesa del suolo, la prevenzione del rischio sismico, il mitigamento delle conseguenze dei cambiamenti climatici: sono questioni vitali attraverso cui passa una revisione strategica e innovativa del concetto delle vere ‘grandi opere’ che servono all’ammodernamento del nostro paese”. Sel far riferimento al piano dell’Ue per ridurre del 20% le emissioni di CO2 mediante la riduzione del 20% dei consumi previsti, soprattutto applicando tecnologie più efficienti, e il ricorso per il 20% a fonti pulite e rinnovabili.
Il Movimento 5 Stelle, infine, presenta un programma dettagliato e concreto, che, oltre ad elencare azioni specifiche da intraprendere per tutelare l’ambiente, è differenziato anche a seconda dei territori regionali. “Il Movimento 5 Stelle – si legge nel sito della sezione Emilia Romagna del Movimento – è favorevolissimo agli impianti energetici rinnovabili, come quelli idroelettrici, ma la loro creazione non può andare a creare disastri ambientali come quelli che si configurano in Val Trebbia”.
Un altro punto del programma è invece: “Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti”. Le proposte dei grillini riguardano anche i trasporti: disincentivo all’uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane, sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana e introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo sono solo alcuni dei punti contenuti nel programma del Movimento. Altri punti piuttosto chiari e concreti sono il blocco immediato del Ponte sullo Stretto e quello della Tav in Val di Susa.
Da una lettura attenta dei programmi elettorali dei maggiori partiti politici emerge quindi una grande propensione di Sel e Movimento 5 Stelle verso l’ambiente, che manca invece nelle altre forze politiche. Il Movimento di Grillo, in particolare, è forse quello che pone davvero l’ambiente e lo sviluppo della green economy al centro del suo programma politico ed è questo probabilmente uno dei suoi punti più forti, il fattore “X” che, malgrado le frequenti dichiarazioni demagogiche del suo leader, lo rende così attraente agli occhi di molti elettori rispetto ai “vecchi” partiti.
G. L. -ilmegafono.org
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