Giuseppe Fava torna a Palazzolo Acreide, il suo paese natale, attraverso i suoi disegni e grazie alla mostra “Storia delle mafie”, inaugurata domenica scorsa presso lo Spazio San Sebastiano, il centro culturale, nonché galleria d’arte, che si trova in piazza del Popolo 19. Un luogo nato dalla sinergia tra la Parrocchia di San Sebastiano e la cooperativa Mediblei, con il contributo di Fondosviluppo, il fondo mutualistico della cooperazione italiana. È la prima volta in Sicilia per la mostra “Storia delle mafie”, curata dalla PAMI (Pontificia Academia Mariana Internationalis, Santa Sede – Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi).
L’esposizione, che in passato è stata proposta al pubblico nel 2022 al Museo delle Civiltà di Roma e nel 2023 presso il Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma, ripercorre e conserva memoria delle vicende che hanno segnato con inaudita ferocia e macabra violenza la storia del nostro Paese, in particolare quella della Prima Repubblica. La particolare caratteristica della mostra “Storia delle mafie” è che, per ogni sede espositiva individuata, essa implementa il suo materiale espositivo con una sezione specificatamente dedicata alla storia e al territorio che la accoglie, in modo da non presentare solo un semplice compendio di informazioni, ma una mostra in itinere che si aggiorna di anno in anno e di luogo in luogo, dimostrando al visitatore che le mafie si adattano ai diversi contesti geografici e si evolvono, permanendo nel tempo presente.
Così, la mostra in svolgimento a Palazzolo Acreide, si arricchisce presentando in anteprima assoluta in Sicilia i disegni autografi del giornalista Giuseppe Fava, messi a disposizione dalla Fondazione “Giuseppe Fava”. “Quando mi è stato proposto di portare la mostra ‘Storia delle mafie in Sicilia’ e di arricchirla con un contributo della Fondazione Fava – afferma Francesca Andreozzi, presidente della Fondazione – ho subito pensato a Palazzolo Acreide, paese di nascita di Giuseppe Fava. E nel decidere cosa, tra tutto il materiale che abbiamo in archivio, cosa potesse arricchire questa esposizione, abbiamo pensato di portare l’ironia di Fava, che ha combattuto la mafia non solo attraverso il suo lavoro di giornalista, ma anche attraverso la narrativa, il teatro, il disegno e la pittura”.
I 28 disegni in esposizione, realizzati per lo più a penna, rappresentano infatti “tipi di mafioso” e maschere grottesche titolate dallo stesso Fava, in cui l’autore è riuscito a realizzare, senza l’uso delle parole, una narrazione ironica del “mafioso uomo d’onore, inflessibile, tutto d’un pezzo”. I disegni ridicolizzano le caratteristiche tanto temute dei boss mafiosi, dando così una versione caricaturale di questi tremendi personaggi che si sono susseguiti al potere e controllo del territorio. La mostra è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palazzolo Acreide, e rientra nel cartellone di eventi promosso dal progetto “Palazzolo è”.
Per la Pontificia Accademia della Santa Sede, che cura questa mostra, “riportare all’attenzione i drammatici fatti di sangue che hanno caratterizzato la lotta alle organizzazioni mafiose, ha un duplice obiettivo: il primo ha carattere storico, ovvero conservare nella memoria fatti atroci e sofferenze generate alle vittime ed ai loro familiari; il secondo invece vuole rappresentare un monito per le future generazioni, che quanto accaduto in passato non deve assolutamente ripetersi se si vuole continuare a vivere in una società segnata da una democrazia compiuta, che vede nei principi di libertà e dignità due valori insostituibili di riferimento della Costituzione”.
La mostra è stata sostenuta anche da Armando Curcio Editore e da questa collaborazione nasce un concorso che coinvolge gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado sul territorio nazionale, affinché nelle nuove generazioni la riflessione sul fenomeno mafioso resti di attualità e, simultaneamente, la panoramica sul fenomeno si possa estendere a tematiche di forte urgenza sociale come il cyberbullismo e qualsiasi atto di forza che veda le persone come soggetti deboli in un sistema fondato sulla prevaricazione e lontano da qualsiasi forma di legalità.
La mostra “Storia delle mafie” è ad ingresso libero e si potrà visitare tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00, sino al 2 marzo 2025. Per le scuole che desiderassero programmare una visita didattica alla mostra, è possibile contattare lo Spazio San Sebastiano inviando una mail a info@mediblei.com o chiamando in galleria al numero 09311629053.
Redazione -ilmegafono.org
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