Un seme che germoglia, ostinato e lento, per crescere e trovare spazio in mezzo all’oscurità di un’epoca che ha smarrito etica e umanità, frantumando la grammatica delle emozioni. A custodirlo a lungo, è stato un bravo cantautore, Stefano Ferrioli, che proprio oggi pubblica il suo primo lavoro discografico. Si tratta di un Ep intitolato appunto “Il seme” e uscito con l’etichetta (R)esisto distribuzione. Cinque tracce molto intense e profonde, poggiate su testi ben scritti e lontani da qualsiasi forma di banalità. Brani che parlano di vita, emozioni, esperienze, amore e di tutto ciò che attiene all’umanità e alla sua forza di uscire e germogliare con tutta la sua complessità e le contraddizioni, di farsi spazio in un mondo che tende a semplificare ogni cosa.
Un disco attraverso il quale il cantautore ferrarese parla a se stesso e a tutti noi, stimolandoci a fermarci, suggerendoci di trovare lo spazio per respirare e riflettere, per poi ripartire. Il sound che accompagna questi concetti è il risultato delle tante influenze musicali che hanno attraversato l’esperienza artistica di Ferrioli. A dominare è un cantautorato che parte dai riferimenti ai gloriosi trascorsi della canzone d’autore italiana e internazionale, per poi spaziare verso moderne sfumature indie, con richiami all’alternative rock e sfumature pop ed elettropop.
Un mix ben amalgamato, coerente con il concept dell’EP. Quello di Stefano Ferrioli (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è dunque un disco ben costruito, sia sul piano dei contenuti che su quello musicale, piacevole da ascoltare e capace di indurre suggestioni e riflessioni su ciò che siamo e sul mondo che ci circonda. Un ottimo esordio, un seme che era il momento di far germogliare, un’urgenza che l’artista ferrarese ha fatto bene ad assecondare e a condividere con chi vorrà ascoltarlo.
Redazione Musica -ilmegafono.org
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