Le mafie, lo sappiamo, mettono i loro tentacoli ovunque e su chiunque: sulle attività commerciali, sullo smaltimento dei rifiuti, sulle donne, sui bambini, sul traffico di stupefacenti, sulla distribuzione dell’acqua, sul mondo del calcio, sulle grandi industrie e multinazionali, sul traffico di armi, sui giochi online, sulla politica locale e nazionale, sugli appalti pubblici e privati, sul traffico di organi e di esseri umani, sul clima e sulle pale eoliche, sull’energia rinnovabile e sui grandi eventi. Insomma, esse affondano le loro sporche mani in qualunque settore, senza lasciarne fuori nessuno. E quindi, anche gli animali sono vittime delle mafie e dei loro traffici illeciti.

Il 25 settembre scorso, a Roma, presso “Europa Experience – Spazio David Sassoli”, è stato presentato il venticinquesimo Rapporto Zoomafia della LAV (Lega Antivivisezione), che analizza lo sfruttamento criminale degli animali basandosi sui dati delle procure di tutto il Paese. Presenti all’incontro: Jacopo Morrone, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV, e Gianluca Felicetti, presidente LAV.

Ma in che modo le organizzazioni criminali di stampo mafioso lucrano e speculano sugli animali? Dal Rapporto emerge un quadro inquietante che, seppur ipotizzabile, lascia comunque sbigottiti: combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, traffico di cuccioli, truffe nell’ippica, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, macellazioni clandestine e abigeato, pesca di frodo e illegalità nel comparto ittico, uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, traffici di animali via internet e zoocriminalità minorile, sfruttamento e sofferenze immani (soprattutto negli allevamenti intensivi), detenzione incompatibile con la natura dell’animale, abbandono, traffico di specie in via di estinzione. Sono solo alcune delle azioni criminali svolte dalle mafie ai danni degli animali e della società tutta.

Il responsabile dell’Osservatorio Zoomafia, Ciro Troiano, riferisce che “le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa composita, articolata, anche con capacità di tessere rapporti collusivi con appartenenti alla pubblica amministrazione. Si tratta di gruppi molto dinamici sotto il profilo economico, che fanno uso di modalità operative particolarmente sofisticate, diramati su tutto il territorio nazionale e con intrecci internazionali”.

Il Rapporto presentato da LAV, si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 75% di tutte le procure della Repubblica italiane. Proiettando su scala nazionale questi dati, si evince l’apertura di circa 24 fascicoli, con una media di 13 indagati al giorno, per reati a danno di animali. Si tratta, come già ricordato, di stime basate su un campione e non sul numero totale effettivo delle procure italiane. Il reato più contestato, secondo il Rapporto, è quello di uccisione di animali, con 2819 procedimenti, pari a circa il 40% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati presso le 127 procure che hanno fornito i dati, con 474 indagatiLa maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2023 hanno rappresentato l’87%.

Per il 2023, la Procura di Brescia, sempre in base a quel campione del 75% analizzato, si conferma quella con più procedimenti iscritti per questo genere di reati, seguita dalle procure di Verona, Udine, Catania, Bergamo, Trento, Cagliari e Roma. Tra gli indagati, come già sottolineato, molti minorenni: i reati che hanno per protagonisti giovani e giovanissimi sono aumentati del 64%, passando da 25 a 41. A fronte di una crescita del 114% del numero di under 18 indagati, soprattutto nel Sud del nostro Paese. Le mafie, spesso, utilizzano i minori per “testare” la loro capacità criminale, quasi un rito di “iniziazione”. 

Tutto questo suona come una novità? Per niente, sappiamo tutti bene in che modo le mafie riescono a trarre guadagni facili a danno di chiunque. Nessuna sorpresa. Piuttosto ciò è la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto radicate siano le organizzazioni criminali, buttando al macero tutto quello per cui i popoli hanno, nei secoli, lottato: la civiltà e la libertà. Civiltà nella quale rientra anche il rispetto nei confronti degli animali.

Pensando a tutto questo torna alla mente una frase di Fedor Dostoevskij, tratta da “I fratelli Karamazov”: “Amate gli animali… Non inquietateli, non tormentateli, non togliete loro la gioia: non opponetevi all’intenzione di Dio. Uomo, non porti al di sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza, guasti la Terra al tuo solo apparire lasciando dietro di te la tua lurida traccia”. E i mafiosi, passati, recenti e futuri, di luride tracce ne hanno lasciate tante, insieme a tanto, troppo dolore.

Vincenzo Lalomia -ilmegafono.org