Un artista eclettico, nato e cresciuto con l’amore e il talento per le arti figurative e la musica, passato da diverse esperienze in band e, adesso, pronto a cimentarsi con un nuovo progetto musicale. Lui è Raesta, nome d’arte di Stefano Resta, cantautore e polistrumentista pugliese che, il 24 novembre scorso, ha pubblicato l’Ep “Fuoco di paglia”, prima opera organica da solista, uscito con l’etichetta Alka Record Label. Cinque brani che riflettono la vena musicale di Raesta e il suo caleidoscopico talento. Cinque canzoni molto gradevoli che scorrono con leggerezza, esprimendo la poetica più intima e le sensazioni di questo cantautore dalla spiccata sensibilità.
In questo Ep, Raesta mette il suo vissuto, la sensazione di frustrazione per il quieto vivere così lontano dai drammi che si consumano quotidianamente nel mondo, l’amore, le amicizie, i ricordi, gli incontri che restano, le dinamiche personali, la malinconia. Un bel racconto di vita che si snoda lungo tracce ben costruite, nelle quali si possono trovare molteplici sfumature e riferimenti. Il tratto complessivo è un alternative rock di matrice indie, che mescola il cantautorato italiano con le più moderne sonorità internazionali. Ma nei cinque brani che compongono “Fuoco di paglia” si trovano tanti generi, tante piccole variazioni, con accenni che spaziano dal post-punk all’elettronica, dal pop-rock all’elettropop.
L’Ep di Raesta (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di The Independence Play, la nostra trasmissione radiofonica) è un arcobaleno colorato, un caleidoscopio di suoni e temi ben amalgamati, che offrono all’ascoltatore poco meno di 16 minuti di ottima musica, arrangiata, suonata e cantata con qualità. La voce armoniosa di Raesta arriva, così come arrivano i ritornelli, i riff, le chitarre, i suoni, per un disco che si fa ascoltare e apprezzare molto. Se questo è l’inizio di una strada da solista, l’orizzonte promette davvero molto bene. Di fuoco di paglia sembra esserci solo il titolo dell’Ep.
Redazione Musica -ilmegafono.org
Commenti recenti