“Amunì”: si dice così, a Palermo e in diverse altre province siciliane, quando si vuole esortare qualcuno a fare qualcosa o magari ad andare verso un luogo specifico. Esortazione a fare, ad andare: è questo quello che c’è dietro il progetto di Libera, intitolato appunto “Amunì” e rivolto a tutti i ragazzi tra i sedici e i vent’anni sottoposti a procedimento penale da parte dell’Autorità giudiziaria minorile. Molti di questi ragazzi, infatti, si trovano nel periodo di cosiddetta “messa alla prova”, ovvero quel periodo di sospensione del processo e che prevede l’affidamento ai servizi sociali e la realizzazione di un cammino di crescita. Cammino che, se completato in maniera ottimale, può estinguere addirittura in maniera definitiva il reato commesso. Tale progetto, quindi, non è solo un modo per partecipare ad attività di recupero e di riparazione (e quindi allontanarsi sempre più dagli ambienti criminali), ma è un vero e proprio percorso di crescita e di riscoperta. Un percorso il cui scopo è quello di riprendere in mano il proprio destino, la propria vita e soprattutto il proprio presente.
Quando si tratta di ragazzi così giovani, il tema si fa delicato ed è bene prendere in considerazione misure e approcci diversi rispetto a quanto si fa con gli adulti. Ecco perché Libera ha pensato bene di creare qualcosa ad hoc che miri alle vere necessità di un adolescente, andando al di là del proprio profilo giudiziario e della propria condizione sociale. Ma in cosa consiste il progetto Amunì? Nella fattispecie, si tratta di una serie di percorsi formativi che si snodano in quattro aree tematiche specifiche, ovvero la memoria, l’impegno, la cittadinanza e il viaggio.
Uno dei momenti principali di tali percorsi, ad esempio, è la Giornata della Memoria e dell’Impegno che avviene ogni anno, in una città diversa, il 21 marzo. Come si legge nel comunicato di Libera, questi percorsi sono “accompagnati da adulti capaci di sospendere il proprio giudizio e di vedere, così come chiediamo ai nostri giovani, al di là dell’evidenza del momento, del reato che li ha condotti all’interno della giustizia minorile”.
In questo modo, non solo gli stessi minori hanno la possibilità di “restituire” quella giustizia che essi stessi hanno tolto attraverso i propri reati, ma soprattutto possono ottenere quella “giustizia sociale” che hanno perso e che “la nostra società deve poter ripagare a tanti di loro che sono stati, sin dall’infanzia, abbandonati in condizioni di svantaggio e di povertà sociale e culturale”. E noi cosa possiamo fare per aiutare Libera e i nostri ragazzi? L’associazione di Don Ciotti, in occasione del “Natale di Libera”, ha deciso di sostenere il progetto Amunì attraverso diverse modalità, tra le quali l’acquisto di regali etici, biologici e solidali. In questo modo, infatti, chiunque ha la possibilità di fare la propria parte, fosse anche una piccolissima donazione.
Si sa che allontanare i giovani dalla mafia e dalla criminalità in generale non è mai facile, specie in un contesto difficile come quello italiano e in particolare in determinate aree del Paese e delle città italiane. Eppure, finalmente, abbiamo l’occasione di fare qualcosa, muoverci, fare la nostra parte. Il futuro del nostro Paese passa dal recupero di quei giovani che, per tante ragioni, sono finiti fuori strada. Attraverso loro e la loro esperienza, grazie a progetti come questi, è possibile scoprire e far rifiorire la bellezza di cui l’Italia ha bisogno.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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