La primavera è alle porte e, come ogni anno, con essa arriva la Giornata della Memoria e dell’Impegno, giunta ormai alla sua 27esima edizione. Si tratta della quinta da quando, nel 2017, è stata riconosciuta ufficialmente anche dallo Stato con il decreto n. 20 dell’8 marzo 2020. Anche nel 2022 la giornata si svolgerà con la prassi degli ultimi anni, con una piazza principale e centinaia di altri luoghi in tutto il mondo che faranno da eco ad un momento di memoria e di rinnovato impegno per contrastare la criminalità organizzata. In questa edizione, l’epicentro dell’evento sarà Napoli, che torna ad essere scelta dopo la memorabile edizione del 2009.
In quasi 30 anni di storia del nostro Paese, le battaglie di Libera hanno avuto un valore inestimabile. Ancora oggi sono tanti i territori che sopravvivono nell’abbandono istituzionale e nel proliferare della criminalità che, come il peggiore dei virus, colpisce in maniera ancor più feroce e subdola chi è meno fortunato. Gli ultimi anni, con la pandemia prima e la guerra poi, hanno fornito alle mafie terreno fertile e il favore delle tenebre. Se da un lato, infatti, l’aumento della povertà e delle condizioni di crisi ha favorito il radicalizzarsi della presenza dell’antistato nelle zone a rischio, dall’altro le prime pagine dei giornali si sono riempite di notizie relative alle grandi preoccupazioni del nostro tempo e questo ha concesso il vantaggio dell’anonimato alla criminalità.
Sebbene se ne sia parlato troppo poco, le mafie però sono più vive che mai e, in alcune zone, hanno dimostrato la propria “salute” anche facendo sfoggio di un preoccupante ritorno alla violenza in strada. In questo senso va la scelta della città metropolitana di Napoli come “capitale” dell’evento. In questa zona, soprattutto nel periodo pandemico, si sono infatti moltiplicate le violenze e, di conseguenza, le vittime innocenti della criminalità organizzata, come abbiamo spesso ricordato anche su queste pagine.
Lo slogan dell’edizione 2022 è un inno a Napoli e alla Campania: “Terra mia. Coltura | Cultura”. Un chiaro riferimento al valore della terra, del lavoro e della conoscenza che rende liberi, in una città che ha sempre fatto della cultura e dell’amore per la propria terra le più grandi armi per combattere il suo perenne conflitto contro la camorra. Terra ma non solo: la Campania deve tutelare anche le sue acque. Ci ha tenuto a sottolinearlo in settimana Don Luigi Ciotti, in occasione di uno degli eventi di preparazione al 21 marzo che si è tenuto a Scafati, uno dei 39 comuni attraversati dal corso del fiume Sarno, che detiene il triste primato di corso d’acqua più inquinato d’Europa. In questa circostanza sono intervenute numerose altre associazioni: da segnalare la presenza del presidente nazionale di Legambiente e del segretario nazionale dell’Anpi, co-organizzatori dell’evento.
Non è mancato il supporto di realtà locali da sempre in prima linea per il disinquinamento del fiume Sarno come l’associazione “Controcorrente” di Nocera Inferiore. Ancora una volta, su questo atavico problema si è attestata l’incapacità delle istituzioni di intervenire in maniera concreta e definitiva e si è rinnovato l’impegno a combattere della società civile, questa volta spalleggiati dalle grandi associazioni nazionali che non lasceranno sole zone silenziose ma mortali, come le terre del Sarno. Da qui deve partire l’impegno. Dal ricordo di chi è morto in terre dimenticate e soprattutto di chi ancora oggi ci vive, ci combatte e, purtroppo, ci continua a morire.
Vincenzo Verde -ilmegafono.org
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