Stop ai finanziamenti da parte delle banche diretti alle industrie fossili, alle aziende che continuano a inquinare senza curarsi del grave impatto ambientale che provocano. Greenpeace lancia una petizione per fermare tutto questo, considerando anche i cambiamenti climatici che stanno provocando la morte e la distruzione di tantissime specie animali e vegetali. Le grandi calamità climatiche rischiano di uccidere oltre 1 milione di specie, di distruggere fondali ed ecosistemi, ghiacciai e foreste. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di proteggere il pianeta dalle speculazioni che provocano inquinamento e distruzione, fermando i finanziamenti delle banche alle industrie fossili senza una politica ambientale etica e rispettosa dell’ambiente. La richiesta alla politica italiana è precisa: stop ai finanziamenti all’espansione di gas, petrolio e carbone, altrimenti non resterà più nulla.
I finanziamenti, infatti, continuano nonostante i ripetuti allarmi della scienza, scavando incessantemente nella ferita di un pianeta già dilaniato. Tra le banche più fossili del nostro paese figurano UniCredit e Intesa SanPaolo, con un’impronta climatica che nel 2019 ha raggiunto i 73 milioni di tonnellate di CO2, quattro volte le emissioni di carbone totali di tutta Italia.
Alle banche, alle assicurazioni e alle autorità, come si legge nella petizione, Greenpeace chiede di:
1. Interrompere immediatamente i finanziamenti alle società che stanno realizzando nuove centrali e miniere a carbone e alle società attive nei settori dei combustibili fossili non convenzionali, che includono fracking, gas di scisto, sabbie bituminose, Artico, estrazioni ultra-deep.
2. Adottare e implementare un piano di abbandono completo del carbone (entro il 2030) e dei combustibili fossili, in linea con l’Accordo di Parigi.
Greenpeace si rivolge anche alle assicurazioni chiedendo di:
1. Interrompere immediatamente la fornitura di coperture assicurative alle società che stanno realizzando nuove centrali e miniere a carbone e alle società attive nei settori dei combustibili fossili non convenzionali.
2. Implementare un piano, che riguardi sia il versante assicurativo che quello degli investimenti, che preveda l’abbandono del carbone (entro il 2030) e di tutti gli altri combustibili fossili, in linea con l’Accordo di Parigi”.
Una firma non cambierà di botto il mondo, ma può fare tanto per iniziare a cambiarlo. Per firmare la petizione clicca qui.
Redazione -ilmegafono.org
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