“Questo è un sogno che si realizza molto concreto e questa sala bingo diventerà un centro multimediale a livello internazionale”. Esulta Don Ciotti ed esulta Libera alla quale, proprio qualche giorno fa, a seguito di un bando di evidenza pubblica emesso dalla Regione Lazio, è stato assegnato un immobile nel pieno centro di Roma, in via Stamira 5, precedentemente confiscato alla mafia. L’immobile, costruito dall’architetto Morandi nel 1945, è stato per diversi anni uno dei cinema più importanti della Capitale, per poi diventare una sala bingo proprio fino alla confisca da parte dello Stato. Da adesso, però, tutto ciò diventerà un vero e proprio centro multimediale internazionale “perché Libera è in tutta Europa, in America Latina e in Africa”.
“L’obiettivo”, si legge nel comunicato rilasciato da Libera, è quello “di dare vita al primo archivio nazionale multimediale dedicato ai temi della lotta alle mafie, alla corruzione” e dedicato dunque “all’intero movimento di antimafia sociale, mettendo in rete il mondo delle associazioni, dell’accademia e delle istituzioni”. Inoltre, “saranno approfondite le storie delle oltre mille vittime innocenti delle mafie, con l’ausilio di filmati d’epoca e di testimonianze dei familiari, creando un collegamento diretto con azioni che gli utenti potranno realizzare nella loro vita quotidiana, come onere verso l’intera comunità”.
Questo è solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei tanti e importantissimi risultati raggiunti dalla Regione Lazio nel campo della lotta alla criminalità. Solo negli ultimi 3 anni, infatti, si è stati in grado di restituire al pubblico ben 13 immobili confiscati alle mafie e di finanziare più di 40 progetti di ristrutturazione dei beni. Inoltre, tra qualche giorno, verrà emesso un nuovo bando rivolto a comuni e associazioni intitolato a Pio La Torre, dall’importo di 1,6 milioni di euro. Questi sono passi importanti, passi che fanno la differenza, soprattutto in una regione e in un territorio che attira clan, organizzazioni e associazioni mafiose, locali e non. Per Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, presente all’inaugurazione, è stato fatto un vero e proprio “salto importante dai soldi sporchi alla legalità e all’impegno contro le mafie”. Grazie a Libera, “un bene torna ad essere fruibile da tutti perché quando c’è la mafia non c’è libertà”.
Ed è proprio così: la storia del nostro Paese dimostra che l’oppressione mafiosa non vuol dire solo violenza e crimine, ma anche decadimento sociale, privazione di opportunità economiche, ostacoli al progresso. Confiscare un bene alle mafie e riuscire a fare in modo che questo venga messo a disposizione del pubblico, della società, è uno dei mezzi più importanti che abbiamo per colpire le mafie, riappropriandoci del territorio e educando i cittadini ad apprezzare e scegliere la legalità, la giustizia, la libertà. Ecco perché notizie come queste fanno sempre bene: laddove la mafia perde terreno, lo conquista la cittadinanza. Mors tua, vita mea dicevano gli antichi Romani. Oggi, a Roma, dalla morte del potere che la mafia esercitava su un bene, nasce un centro di documentazione internazionale che produrrà cultura e consapevolezza antimafiosa. Quindi, coscienza civica e libertà.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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