L’emergenza da Covid-19 e le necessarie misure di contenimento ci costringono ancora a restare in casa. Così, mai come in questo periodo, si cerca nella fantasia un canale per evadere da una realtà per certi aspetti ancora difficile da comprendere e soprattutto da accettare. In questo 2020, un anno iniziato sotto una strana stella, ricorrono i 100 anni dalla nascita (e i 40 dalla morte) di colui che della fantasia ha fatto l’ingrediente principale di una produzione artistica incredibilmente vasta, fatta di filastrocche, favole e narrazioni, testi semplici ma ricchi di una bellezza senza tempo. Stiamo parlando di Gianni Rodari.
Scrittore, giornalista e poeta piemontese, Gianni Rodari dedica la sua attività ad un pubblico di piccoli lettori, ma in realtà i suoi testi hanno contenuti talmente profondi e pieni di significato da giustificare una ri-lettura anche in età adulta. Così come un bambino in quei racconti trova stimoli per crescere e scoprire l’adulto che è in lui, anche un adulto riscopre in quelle stesse pagine il suo lato bambino e il gusto del giocare con le parole. Leggendo Rodari, infatti, si scopre il piacere dell’immaginazione, si torna a giocare con la fantasia perché, come affermava lui stesso, la creatività è una capacità comune a tutti e senza distinzione di età. Anche in questi giorni, in cui le pareti delle nostre case sembrano quasi quelle di una prigione, aprire un suo libro può rivelarsi una scoperta fantastica per cominciare a divertirsi con le parole.
Eh sì, perché le parole hanno una grandissimo valore, sono i fiori preziosi di un prato senza confini da raccogliere e usare con fantasia. Per Rodari le parole sono importanti. Dalla parola, infatti, nasce la fiaba e la fiaba fornisce infiniti strumenti per entrare nella realtà, per trasformarla e fare in modo che i bambini siano incuriositi, coinvolti ed incoraggiati ad esprimersi. Per questa ragione, durante la sua attività didattica, il maestro Rodari (ci piace chiamarlo così) ha sempre considerato importanti gli errori dei suoi piccoli alunni al punto da scrivere: “Se un bambino scrive nel suo quaderno ‘l’ago di Garda’, ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo ‘ago’ importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?”.
Nella sua esperienza didattica e di scrittore, Gianni Rodari ha usato la fantasia con sapienza e delicatezza, non si è mai risparmiato nel comunicarne l’importanza, perché il suo ruolo di scrittore o di “fabbricante di giocattoli poetici”, come amava definirsi, non era solo quello di far divertire ma anche quello di far riflettere e ragionare. Attraverso le sue favole si è fatto messaggero di ideali pedagogici e civili, come la pace, la democrazia, la convivenza civile, il rispetto, la tolleranza e la solidarietà. Con i suoi versi e le sue storie ha invitato a cambiare il mondo in meglio senza mai accontentarsi dei cambiamenti di scena insignificanti che lasciano tutto come prima.
Ricordarlo nei 100 anni dalla sua nascita è importante. Trasformare in tesoro la sua eredità è un regalo che abbiamo il dovere di fare a noi stessi e ai nostri figli. E se non abbiamo a portata di mano un suo libro, la rete ci propone diverse iniziative per conoscerlo un po’ di più. Per un momento da condividere con i bambini che insieme a noi vivono in casa più tempo del solito, su RaiPlayRadio è disponibile una raccolta di cinque brani tratti da “Favole al Telefono”, letti da Manuela Mandracchia per la rubrica “Ad alta voce”, la grande biblioteca di audiolibri italiana con oltre 200 titoli di romanzi e racconti. Ripercorrendo l’usanza che ispirò Gianni Rodari nella scrittura del suo libro, oggi possiamo far apprezzare ai nostri bambini la bellezza di ascoltare delle storie, immaginando i personaggi e lasciando spazio alla fantasia.
Per degli approfondimenti più didattici, dal 4 aprile ogni sabato alle 18.00 e per 13 puntate, RaiRadio3 propone “Le parole della fantasia: cento anni di Gianni Rodari”, una rassegna che racconta le 5 giornate in cui Rodari, su invito del comune di Reggio Emilia, organizzò una serie di incontri con insegnanti delle scuole dell’infanzia, elementari e medie intitolato “Incontri con la Fantastica”, svelando e condividendo la sua “grammatica della fantasia”. Un’iniziativa in cui è possibile ascoltare direttamente la voce dell’autore grazie alle registrazioni originali e fino ad ora inedite conservate negli Archivi del Centro documentazione e ricerca educativa dell’Istituzione scuole e nidi d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia (clicca qui).
Anche noi vogliamo ricordare la lezione di Gianni Rodari, quel suo appassionato ed importante messaggio in cui invita tutti, piccoli e grandi, ad esprimere liberamente la propria creatività. Lo facciamo citando le parole che usò nella premessa a “La grammatica della fantasia”: “Io spero che il libretto possa essere utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”. E sotto questo articolo chiudiamo con le parole di una delle sue filastrocche per continuare a guardare avanti con occhi curiosi e cuore generoso.
Serena Gilè -ilmegafono.org
“Speranza”, tratto da Filastrocche in cielo e in terra (Torino, Einaudi 1960)
Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
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