Era inevitabile: la pandemia di coronavirus ha cambiato radicalmente le nostre abitudini, e non solo quelle. L’onda d’urto è ben visibile anche sugli assetti economici, con pesanti ripercussioni soprattutto sulla mobilità. E per mobilità s’intende anche la mobilità sostenibile, quella a impatto ridotto sull’ambiente. Il mercato automobilistico è in seria difficoltà, di conseguenza anche la produzione di auto elettriche risente della crisi. Il futuro si prospetta denso di sfide per questo settore, a partire dal crollo del prezzo del petrolio che potrebbe anche incentivare i trasporti.
La pandemia è arrivata in un periodo molto prolifico per la produzione di auto elettriche, tanto da spingere a ipotizzare che senza il pericoloso Covid-19 il mercato avrebbe subito una forte impennata. I dati provenienti dalla Cina, il maggiore tra i produttori di auto elettriche, dimostrano che a gennaio le vendite dei veicoli elettrici hanno subito un drastico calo, pari a circa il 52% rispetto allo scorso anno. Una percentuale che, nel mese di febbraio, è salita addirittura al 77%.
Secondo BloombergNEF, una società di ricerca per l’energia pulita, i veicoli elettrici subiscono maggiori urti perché caratterizzati da una produzione giovane. Tutti i maggiori impianti mondiali hanno deciso di chiudere i battenti in via temporanea per garantire misure di contenimento per la pandemia. Così come temporaneo sarà il colpo subito dal mercato delle auto elettriche. Secondo David Hart, professore di tecnologia, scienza e politica dell’innovazione alla George Mason University, “la tendenza a lungo termine è piuttosto potente”. La Cina sarebbe ben propensa a continuare negli incentivi statali per ridurre l’inquinamento.
Hart si mostra fiducioso anche per l’UE, che negli ultimi tempi ha introdotto nuovi incentivi per la mobilitò elettrica, mentre gli USA, data l’amministrazione Trump, non esattamente Green oriented, rappresentano ancora un orizzonte incerto.
Redazione -ilmegafono.org
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