Sarà capitato a tutti di pagare anche 3,50 euro per una bottiglietta d’acqua all’aeroporto. Perché come da prassi si arriva ai controlli ed è obbligatorio gettare le bevande. Passato questo step, se si vuole bere, è inevitabile comprare una bottiglia anche a prezzi esorbitanti. Una soluzione a questa dispendiosa abitudine, però, sembra abbia preso vita in alcuni scali internazionali. Gli aeroporti si stanno infatti attrezzando per la ricarica delle borracce. I viaggiatori che sono abituati a portare con sé le borracce di alluminio avranno la possibilità di riempirle gratuitamente subito dopo i controlli nelle apposite fontanelle. Un modo per abbattere i costi, ma soprattutto per salvaguardare l’ambiente, combattendo l’inquinamento da plastica.
L’ultimo che ha aderito è l’aeroporto di Manchester, in Inghilterra. Proprio questo mese, infatti, ha annunciato di essersi inserito nella campagna di Refill, associazione inglese che con app e mappe indica dove si trovano fontanelle, punti d’acqua e zone nelle quali si può riempire la propria borraccia. Un servizio che si aggiunge a quello delle fontanelle già presenti. In questo modo i turisti potranno “ricaricare” in diverse zone e anche in tutti e 33 i punti che comprendono bar e aree ristoro.
In Gran Bretagna, circa metà degli aeroporti, tra cui Londra, è rifornita di queste strutture. Un servizio per contrastare l’uso indiscriminato di plastica, che può devastare mari e oceani, e fermare un consumo di 7,7 miliardi di bottiglie d’acqua in plastica acquistate in tutto il Paese. Esempi simili si trovano in diverse parti del mondo, come Varsavia, Sydney, San Francisco o i paesi scandinavi, Oslo e Helsinki. Si tratta anche di una battaglia etica per inserire l’acqua come bene gratuito o per lo meno a prezzi contenuti. Nel 2015, l’Airports Council International (Aci) ha chiesto agli operatori aeroportuali di garantire la vendita di bottigliette al prezzo massimo di un euro. Appello accolto dalla Spagna, ma non da tanti altri aeroporti europei che hanno ancora prezzi troppo elevati. Come ad esempio gli aeroporti del nostro Paese.
Esiste un sito, Wateratairports, dove i viaggiatori indicano tutti gli aeroporti dotati di fontanelle o acqua pubblica per poter riempire la propria borraccia. In Italia pare ce ne siano pochissimi, solo negli scali di Roma, Napoli e Catania. Sarebbe un ulteriore modo per combattere la plastica, visto che sono già stati presi provvedimenti come il divieto dei sacchetti non compostabili e l’abbandono dei monouso.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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