Avrete sicuramente sentito parlare di figure mitiche come Lilit o Samael o magiche come il Golem, per non parlare di tutte quelle altre entità che giustificavano, nell’antichità, credenze politeiste in religioni in teoria monoteiste, religioni in cui il legame con la natura e con degli antichi saperi empirici non si è mai spezzato, anzi è stato in parte tramandato fino ai giorni nostri.
La Kabbalah ma’assit, kabala pratica, tramanda e usa ancora ai giorni nostri, in Africa e in Medio Oriente, rituali che affondano le loro radici nella notte dei tempi.
Il bene e il male sono entità che si concretizzano nelle figurazioni di angeli e demoni di questo filone ancestrale della religione ebraica e sono proprio queste raffigurazioni che vengono esposte in mostra nel museo del giudaismo di Parigi (Musée d’art et d’histoire du Judaïsme) fino al 28 giugno 2015.
Più di 300 opere che spaziano dal Medio Oriente antico all’Impero romano, per giungere all’Impero bizantino e a quello ottomano, e dal Medioevo ai nostri giorni: opere basate sui più recenti studi antropologici che mettono in evidenza il ruolo dei leader religiosi nella trasmissione del sapere magico. Stiamo parlando di Gideon Bohak, autore di un importante studio sulla storia della magia ebraica antica (“Ancient Jewish Magic. A History”) pubblicato dall’Università di Cambridge, che ha fatto da consigliere scientifico alla mostra e che ha quindi garantito il rigore scientifico dell’esposizione.
Una mostra molto interessante che può aiutarci a comprendere meglio anche la realtà che ci circonda tutti i giorni: i simboli, ad esempio, nascosti nei ghetti dei centri storici italiani, dove questo popolo ha lasciato le sue profonde tracce, frutto di un cammino millenario.
Angelo De Grande -ilmegafono.org
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