Il disastro della Concordia entra di diritto tra le pagine più cupe della storia italiana recente, non soltanto per la perdita di vite umane. L’incidente consumatosi, nel gennaio 2012, a largo dell’Isola del Giglio ha trascinato con sé numerosi altri eventi di natura mediatica, sociale e, soprattutto, ambientale. Si va dal tormentone “Torni a bordo, cazzo!” tuonato dal Comandante De Falco all’altro Comandante, Schettino, ritenuto unico colpevole della tragedia, fino ad arrivare alla carcassa di lamiere e sostanze tossiche che spuntava come un bizzarro e sinistro scoglio artificiale dalle acque antistanti l’isola.

Il turismo macabro scatenatosi non ha fatto altro che sugellare un quadro a tinte già molto fosche. E poi, finalmente, lo scorso settembre, sono iniziati i lavori di smantellamento, un’operazione difficile e complessa che ha visto Protezione Civile, ingegneri ed esperti impegnati notte e giorno e, tra questi, il sommozzatore spagnolo Israel Franco Moreno ha addirittura trovato la morte.

Ed è adesso che inizia la parte  più difficile, quella con maggiori interessi in ballo. Una volta sganciata dai fondali, dove andrà a finire la Concordia per lo smantellamento definitivo? Molti i porti in lizza per la ghiotta opportunità che darebbe respiro alle casse di un settore colpito, come tanti altri, dalla crisi. Era balenata l’ipotesi di portare la carcassa della nave anche all’estero, a costi ridotti, ma sembra che le precauzioni ambientali abbiano avuto la meglio.

Secondo la normativa, la scelta del sito per lo smaltimento della Concordia dovrebbe basarsi su una serie di punti fondamentali: lo spostamento, infatti, dovrà avvenire secondo metodologie che ne assicurino la velocità e la certezza degli esiti, nel rispetto delle norme sulla sicurezza e per sulla tutela dell’ambiente. Sarebbe sensato scegliere dunque un porto vicino e sicuro, evitando dispersioni nocive.

I porti italiani in pole position erano Genova, Napoli, Taranto, Palermo, Civitavecchia e Piombino, ma sembra che sarà proprio quest’ultimo ad aggiudicarsi la posta in gioco, vista anche la vicinanza al relitto. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dichiara a tal proposito che il porto di Piombino è pronto a compiere le operazioni di smantellamento, mentre il deputato 5 Stelle, Samuele Segoni, sostiene che il tutto nasconda invece la volontà di garantire un finanziamento pur senza le strutture adeguate.

Se Piombino dovesse risultare una location inadeguata, la meta più gettonata è Civitavecchia, seguita da Genova e Palermo. Dal canto suo, tuttavia, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha fatto presente al neo premier italiano Matteo Renzi la totale disponibilità del porto di Taranto. Per quanto l’ipotesi di un porto straniero sia ancora viva ai piani alti della Costa Crociere, sembra proprio che la vicenda Concordia si debba spegnere in Italia. Intanto, Schettino è realmente tornato a bordo, anche se dopo due anni e abbondanti fiumi d’inchiostro.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org