Le elezioni del sindaco nella Capitale anche questa volta vedono in gara due candidati principali: il sindaco uscente Gianni Alemanno, del centro destra, e Ignazio Marino, medico genovese ed esponente del Partito Democratico. Mancano poco più di due settimane alle consultazioni e, nei sondaggi, i due candidati sono molto vicini. Marino sarebbe in vantaggio con uno o due punti percentuali (33-35%) secondo la maggior parte degli istituti demoscopici. Il gradimento di Alemanno oscilla invece tra il 32 e il 33 per cento, seguito dagli altri candidati, Marcello De Vito, del Movimento 5 Stelle, Alfio Marchini (indipendente) e Sandro Medici, ex direttore del Manifesto, ora a capo della lista Repubblica romana.
Il programma di Alemanno, che ha governato la città per cinque anni, si chiama “Insieme per Roma” ed ha come obiettivo principale “l’uscita dalla crisi”. Uno degli interventi immediati promessi dal sindaco uscente è l’abolizione dell’Imu sulla prima casa per le famiglie a basso reddito, dopo che a dicembre scorso Roma è stata una delle città che ha aumentato l’aliquota dell’imposta sugli immobili facendola lievitare. Un altro è l’uscita del Comune di Roma, a partire dal primo luglio, da Equitalia. “Roma può diventare la prima città italiana ad uscire dalla crisi”, ha affermato il sindaco Alemanno durante la presentazione del suo programma elettorale.
Nel frattempo, mentre Alemanno promette tagli ai costi della politica e una razionalizzazione della spesa, sbandierando sui manifesti elettorali i presunti successi nella lotta contro la criminalità organizzata e nell’assistenza sociale durante il suo mandato, l’azienda del trasporto pubblico locale, Atac, rischia di andare a rotoli. È di pochi giorni fa la notizia della bocciatura da parte dell’Antitrust di una delibera comunale che garantiva all’Atac l’affidamento in house del trasporto pubblico locale. Con quella delibera, l’Assemblea capitolina aveva consegnato all’Atac le chiavi della gestione del servizio di autobus e delle linee metropolitane dal primo gennaio di quest’anno al 2019.
Ora la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato di ricorrere al Tar del Lazio per far annullare la delibera, fa temere per il bilancio dell’azienda pubblica che, in assenza del contratto per l’affidamento in house, potrebbe andare in bancarotta. E non serve ricordare come i servizi di trasporto pubblico nella più popolosa città italiana siano da molti considerati “una vergogna”. C’è poi il caso Ama, o parentopoli come lo hanno definito i giornali. Il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo che vede imputato l’ex amministratore delegato dell’Ama, Franco Panzironi, per l’assunzione pilotata di 841 persone, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Per non parlare dei problemi legati al conferimento dei rifiuti della Capitale e del bassissimo livello di raccolta differenziata.
Insomma, l’obiettivo di Alemanno è far uscire dalla crisi una città che avrebbe bisogno di massicci investimenti nel trasporto pubblico locale, nell’assistenza alle famiglie svantaggiate e nell’organizzazione di una raccolta dei rifiuti degna di una capitale europea. “Roma merita di cambiare”, scrive invece Ignazio Marino sul suo profilo twitter. Ma quali sono le sue proposte per Roma Capitale? Marino ha promesso “una pianificazione coordinata tra i diversi ambiti (metropolitana, bus, tram, trasporto regionale ferroviario) effettuata da una cabina di regia tra Comune, Ferrovie dello Stato e Regione e un patto istituzionale con la Regione Lazio per “ridurre, riciclare e riusare i rifiuti, anche quelli speciali”. Un’altra proposta è incentivare il rilancio dei centri commerciali naturali e riqualificare i mercati rionali, cui si aggiunge la promessa di investire sulla cooperazione produttiva tra grande industria, piccole e medie imprese e artigianato all’interno di un’economia a ciclo locale.
C’è poi l’impegno nella cura delle persone, “a cominciare dai più fragili, dai più esposti alle insicurezze economiche e alle fratture del tessuto sociale”, scrive Marino nel suo programma elettorale on-line. “Il Comune deve assolutamente riqualificare la sua politica di welfare, necessaria a porre le basi per costruire un nuovo senso di comunità, da tempo ormai perso”. Le promesse di Marino sono ambiziose e a molti romani, che leggono i titoli dei quotidiani come “Marino promette strade con garanzie antibuche”, fanno sorridere. Eppure, se Marino venisse eletto e riuscisse a realizzare solo un terzo delle sue promesse elettorali, l’elettorato della Capitale gliene sarebbe grato per l’eternità.
G. L.-ilmegafono.org
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