Il “Golden Environmental Prize 2013”, meglio noto come il “Nobel” per l’ambiente, quest’anno veste la bandiera italiana. Dopo quindici anni, infatti, è proprio un nostro connazionale il vincitore del prestigioso riconoscimento. Si tratta di Rossano Ercolini, fondatore del movimento “Rifiuti Zero”, un progetto che da diciassette anni promuove l’educazione ambientale in tutta Italia, portando 117 comuni a chiudere gli inceneritori per dedicarsi definitivamente alla raccolta differenziata.
L’impegno di Ercolini, però, risale a molto tempo prima: circa quaranta anni fa, quando fu progettata la costruzione di un inceneritore nei pressi della scuola elementare nella quale lavorava a Lucca, decise di impegnarsi attivamente contro il problema dei rifiuti, per poi approdare alla creazione di “Rifiuti zero”.
“Sapevo che il mio lavoro fosse noto in Italia, ma mi sorprende il successo riscosso anche all’estero”, dichiara con orgoglio Ercolini, che nel 2011, a Napoli, convinse l’allora neoeletto sindaco Luigi De Magistris ad aderire al protocollo internazionale “Rifiuti Zero”. L’esperienza ambientalista di Ercolini è inoltre raccontata in due volumi, “Zero rifiuti”, edito da Altraeconomia, e “Rifiuti zero, una rivoluzione in corso”, di Dissenzi Editori.
Il motivo principale che ha spinto la giuria internazionale a consegnare il Golden Environmental Prize proprio ad Ercolini è il suo impegno a favore delle nuove generazioni. Maestro elementare, il fondatore di “Rifiuti Zero” ha promosso l’educazione ambientale sin dai banchi di scuola, sensibilizzando i bambini al riciclaggio dei materiali.
Ma c’è dell’altro. Dal 27 marzo è stata depositata in Corte di Cassazione la legge d’iniziativa “Rifiuti Zero”, per una riforma radicale delle politiche ambientali, articolata intorno a cinque parole chiave: sostenibilità, partecipazione, lavoro, ambiente e salute. Il Premio consegna al vincitore anche un’ingente somma di denaro, circa centocinquantamila dollari, da investire in attività a favore dell’ambiente. Si tratta della somma più cospicua assegnata fino ad oggi per l’attivismo ambientale di base.
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
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