La scena è quella di Moretti che in Ecce Bombo sfoglia i giornali. Le parole osservano la distanza dei decenni che separano questo 2013 dall’anno di produzione. Le parole sono moltiplicate. I titoli sono elevati a potenza. In tutto ciò continua quella sensazione di essere bombardato da rumore, tipo così: “Gli impresentabili si presentano, presentati da un Impresentabile, che non fa presentare presentabili, i vecchi invitano giovani quando sono vecchi e mentre i giovani invecchiano. IfascistivoglionoiradicaliiradicalinonvoglionofascistiilPDnonvuolenessuno!

Ti telefono o no? Ti telefono o no? Ma sono più di sinistra se dico che non mi alleo e poi mi alleo o se non mi alleo e lo dico? E poi, sono più cool se vado in trasmissione o se non ci vado? Devo dire di sì, devo dire ni, devo dire no? La stampa cosa ne penserà? Come prendiamo il voto dei moderati? Gli indecisi? Gli smoderatamente immoderati che moderano le trasmissioni tv? I moderati-moderati che moderano le loro morigerate vite sono cattolici? Sono conservatore? E se mia madre dice che faceva la salsa di pomodoro poi non posso essere progressista? Chi è a capo di cosa? C’entriamo, non c’entriamo, c’entriamo poco o tanto? Maestra, lui parla troppo, no è lui che istiga!”.

Aiuto. In tutto questo tempestarsi di dichiarazioni-repliche-smentite degne di un corridoio di istituto di istruzione superiore, gli unici di cui non si parla se non genericamente sono quelli della “generazione trasparente”. Le virgolette son d’obbligo perché il neologismo è di Beppe Severgnini che in un bellissimo articolo sul Corsera analizza la competizione elettorale alla luce della mancanza assoluta di riferimento a chi è stato depauperato di ogni speranza.

Lucido e attento, scrive in un passaggio “Le cinque alleanze in competizione sembrano ispirate a Gangnam Style: si agitano, gesticolano, si divincolano, spingono cercando la luce del riflettore. I giovani connazionali guardano, attraverso i vetri del televisore, e commentano amari sui social network. Molti sono tentati di non votare, e farebbero male: è quello che i buttafuori della politica aspettano, in modo da controllare il gioco con facilità”.

Severgnini si dimostra ancora una volta uno dei pochi coi capelli bianchi ad aver davvero capito una generazione. Il suo libro “Italiani di domani” (Rizzoli, 2012)  è un vademecum d’obbligo per chi ha perso autostima e voglia. Leggere qualcuno che ti capisce e non si limita a fare proclami o a rimbalzarsi accuse fa bene. In un momento come questo abbiamo bisogno di leggere quel tanto che basta a prendere una decisione consapevole al momento di andare alle urne, il resto del tempo investiamolo in noi stessi per evitare di impazzire, come il personaggio di Moretti. 

Penna Bianca –ilmegafono.org