Geoingegneria e manipolazioni climatiche: i nuovi orizzonti per salvare il pianeta dall’inquinamento creano scompiglio nella comunità scientifica internazionale. Un dibattito controverso che vede in disaccordo diverse correnti di pensiero, data la complessità degli esperimenti di geoingegneria. Lo scopo principale dell’avveniristica soluzione salva-clima è quello di combattere il surriscaldamento globale; allo stesso tempo, però, esistono tempi e modi diversi nell’applicazione delle tecniche geoingegneristiche. C’è chi si occupa di immagazzinare l’anidride carbonica e chi, invece, propone esperimenti solari per catturare le radiazioni della stratosfera. Un panorama variegato, insomma.
Il dott. Antonello Provenzale, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Torino, sottolinea l’importanza di alleanze politiche in grado di consentire e sostenere imprese scientifiche di questo tipo, aggiungendo che, in contesti come quello attuale, soltanto lo smaltimento di anidride carbonica potrebbe avere senso. Il resto degli esperimenti sono troppo azzardati, sarebbero necessarie ulteriori verifiche per poter poi procedere. Gli scienziati si stanno dedicando a diversi tipi di sperimentazione, per cielo, terra e mare, nessuno escluso: si va dalla diffusione di ferro negli oceani per catturare anidride carbonica, passando per l’adozione di piante ad alto potere riflettente, fino ad arrivare alla messa in orbita di giganteschi parasole.
Il punto che lascia perplessi è, tuttavia, l’adozione di gas aereosol per combattere l’effetto serra: alcuni studiosi affermano che i gas aereosol assottiglierebbero ulteriormente lo strato di ozono e che sarebbero addirittura proprio alcuni dei gas aereosol a provocare l’effetto serra. Intanto, alcuni tra i personaggi più importanti e ricchi del pianeta si sono mostrati interessati alle sperimentazioni di geoingegneria: Bill Gates, Richard Branson e Niklas Zannstrom, giusto per fare qualche nome. Nel frattempo, il Bipartisan Policy Center ha invitato la Casa Bianca a creare un programma di ricerca federale.
Nel Regno Unito, tuttavia, le cose procedono diversamente: un gruppo di scienziati ha proposto la diffusione nella stratosfera di particelle chimiche per combattere l’effetto serra. Proposta respinta: nel 2011 alla Conferenza di Durban furono proprio gli scienziati britannici a definire “pericolose” le tecniche di geoingegneria. Sembra quasi che con la geoingegneria anche l’ambiente sarà Ogm.
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
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