Rinunciare definitivamente al carbone per incrementare la produzione energetica da fonti rinnovabili: potrebbe essere questa la formula vincente per lo sviluppo economico del nostro paese, che si appresta a concludere il prossimo decennio senza combustibili fossili. L’obiettivo, stando alle dichiarazioni del ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, dovrebbe essere raggiunto entro il 2025, anno in cui l’uscita dell’Italia dal Carbone dovrebbe essere definitiva. L’ambizioso progetto è stato annunciato nell’ambito del rapporto “Greenitaly 2017”, con grande attenzione rivolta alle possibilità di produzione economica mediante tecnologie che rispettino l’ambiente.

Il passaggio da combustibili fossili a totale copertura rinnovabile, sarà aiutato dall’utilizzo di gas come fonte d’energia transitoria, traghettando così il paese verso uno sviluppo sostenibile più concreto. L’annuncio istituzionale è stato salutato con entusiasmo dalle associazioni ambientaliste, in particolare da Greenpeace, che sottolinea gli evidenti ritardi del nostro paese in merito alla diffusione di energia rinnovabile.

Sul sito ufficiale di Greenpeace si legge, “È un deciso passo in avanti, quel che andava necessariamente fatto e che ci auguriamo troverà puntuale realizzazione”. Non ha incontrato lo stesso favore, tuttavia, la decisione di utilizzare il gas come fonte energetica transitoria: il rischio di trasformare l’Italia in un bacino di gassificazione è alto e il pericolo di ulteriore ritardo per lo sviluppo delle rinnovabili è dietro l’angolo. Visto che sono ormai tre anni che l’energia rinnovabile in Italia mostra segni di cedimento, sarebbe opportuno intervenire proprio su questo punto.

Il ministro Calenda, insieme al ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, fa però sapere che per quanto il gas debba ancora ricoprire un ruolo importante per la fornitura d’energia, non è prevista una rigassificazione del paese, ma per farlo occorrono infrastrutture e tecniche adeguate che soltanto un’attenta cooperazione tra ministeri può garantire. L’alternativa proposta da Greenpeace, invece, inquadra il gas come fonte di sostegno per lo sviluppo delle energie rinnovabili, con l’obiettivo di liberare totalmente il paese dalle fonti non rinnovabili. L’Italia vanta studi all’avanguardia nell’ambito della green economy, contrastati però da scarsa attitudine alla concretizzazione, dovuta ai costi ancora troppo elevati e a una tardiva informazione sull’argomento.

L’auspicio è che il governo attuale e le legislature che seguiranno investano maggiori forze e denaro nell’attuazione di un reale sviluppo sostenibile, con progetti ad ampio raggio che possano toccare tutti i settori della quotidianità. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, basta rispettare le promesse formulate nella Strategia Energetica Nazionale. Il 2025 non è posi così lontano.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org