Il settore eolico è, in Italia, una realtà sempre più consolidata: ad aprile la produzione di energia elettrica di origine eolica era pari al 6,4%, mentre nel dicembre 2011 è stato raggiunto il picco con il 9%. Nel corso dell’intero 2011, l’eolico ha garantito oltre dieci terawattora su sedici regioni e 450 comuni. E l’eolico sorride anche a livello europeo: nel 2020 il consumo totale di energia rinnovabile supererà il 20%, e sarà proprio l’eolico a crescere più di tutti gli altri, dal 2% al 14,1%. E proprio ieri si celebrava la “World Wind day-Giornata mondiale del vento”, con manifestazioni organizzate in tutto il mondo. In Italia, sia oggi che domani, 17 giugno, saranno aperti al pubblico numerosi parchi eolici in nove regioni, tra visite guidate ed altre iniziative di sensibilizzazione.

Legambiente e Anev (Associazione Nazionale Energia dal Vento), inoltre, hanno sottoscritto un protocollo per il controllo e monitoraggio sull’eolico e l’avifauna: gli impianti di produzione devono rispettare le specie animali e il loro habitat naturale. Per la parte più istituzionale, convegni al Senato e all’auditorium del Gse (Gestore Servizi Energetici). Sebbene le prospettive future siano piuttosto rosee per il settore eolico, il convegno del 12 giugno organizzato dall’Anev ha registrato alcune mancanze da parte degli investitori, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture.

Il Presidente dell’Associazione, Simone Togni, ha dichiarato che “ci sono soldi stanziati, ci sono i progetti, ma mancano strumenti e chiarezza”. Circa 100 persone impiegate nel settore eolico, infatti, hanno perso il lavoro, e 50 sono in mobilità, cifre importanti per una risorsa in ascesa. Si auspicano misure preventive del governo soprattutto per garantire sicurezza nei tempi di transizione e passaggio da un tipo di energia all’altra.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org