“Oggi la presenza della gente qui è straordinaria: in un paese in cui il presidente del Consiglio fischia la Costituzione e la vuole strappare esistono donne e uomini che la Costituzione la amano e vogliono salvarla. Sono milioni di persone, e parte di loro è qui. È una bella cosa”. Beppe Giulietti, portavoce di “Articolo 21” e parlamentare aderente al gruppo misto (con alle spalle una storia da Pds, Ds e Idv), ex giornalista Rai attivo in FNSI e all’Usigrai (che in passato ha guidato), ogni tanto nell’osservare il gran numero di persone che riempie piazza San Giovanni, a Roma, accenna a un sorriso che pare vorrebbe allargarsi oltre la barbetta.

A questo due ottobre 2010, questo sabato caldo che è il giorno del secondo “Nobday”, “Articolo 21” ha lavorato parecchio, riuscendo a mettere in moto una macchina che pareva destinata a incepparsi. “C’è stato uno strano e pericoloso blackout… Una manifestazione – spiega Giulietti – che per giorni e giorni è stata cancellata. Forse era scomoda, forse non piaceva, forse era in contrasto con lo spirito dei tempi… Ma io mi auguro che tutte le forze politiche diano un occhio ai filmati che si stanno realizzando, perché anche con un blackout esistono migliaia di persone che non delegano a nessuno la tutela della Costituzione, cioè la tutela della propria libertà individuale”.

Alle spalle del portavoce di “Articolo 21”, fermo ai margini del palco, accanto alle transenne, si accalca un gran numero di persone. Ragazzi e ragazze insieme a gente che ha la memoria lunga. Sul palco annunciano la presenza di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, e Giulietti fa cenno che sarà un intervento importante, da ascoltare. Si rivolge anche a chi tenta di ascoltarlo, lì dietro, e gli chiedo se tutto questo avrà un seguito reale, al di là delle pagine dei giornali o delle critiche da buvette del Parlamento. “Assolutamente sì – risponde con decisione. È impossibile cancellare. Vi sono persone come voi che lavorano con la rete, i cosiddetti ‘mediattivisti’, che mettono in rete i loro filmati, che firmano siti, blog, e tornano a casa e parlano. Forse ci metteremo un po’ più di tempo, ma i censori credo proprio che prima o poi se ne andranno. E poi, quando un Presidente del Consiglio si riduce a bestemmiare, mostrandosi come un vecchio uomo disfatto che non ha più il controllo di sé, beh… Credo che questo sia il momento non per rintanarsi a casa, ma per imitare le persone che hanno organizzato questa grande manifestazione”.

Tutto intorno si alzano applausi, sul palco prendono la parola i primi ospiti, cominciano gli interventi. Bisogna un po’ alzare la voce per riuscire a parlare. Faccio cenno che per intenderci dovremmo urlare e Giulietti chiude gli occhi sorridendo. Allora con voce alta gli chiedo se questo è già un risultato. “Sì – risponde accompagnando l’affermazione con un gesto deciso della testa –, ma il risultato più importante sta nell’aver avuto una dimostrazione tangibile che esistono delle persone, moltissime persone, che amano la Costituzione, e la amano in un paese dove chi governa ci sputa sopra. E il risultato è anche sapere che se questi governanti volessero tentare l’avventura finale, insieme con queste persone ce ne saranno altre milioni, in Italia, pronte a riunirsi per sbarrare la strada ad ogni avventuriero”.

Applausi e urla si mescolano e rendono quasi impossibile intendersi. Alzo un braccio verso la folla e gli chiedo se secondo lui Berlusconi è davanti la tv a osservare questo giorno in suo “disonore”, visto che il suo potere si nutre anche di questo. “Ma guarda – osserva accennando un sorriso – Berlusconi mi sembra che in questo momento abbia tutt’altri problemi… Ho la sensazione, e lo dico con grande rispetto, che non sia neanche più in sé. Quando un Presidente del Consiglio racconta barzellette bestemmiando, beh… Se fossimo una monarchia la famiglia lo avrebbe già deposto”.

Sebastiano Ambra -ilmegafono.org