Così come in Abruzzo nel 2009, anche l’Emilia, purtroppo, visti i gravi disagi causati dal terremoto del maggio scorso, deve fare i conti con la ricostruzione, un processo lungo e difficile, ma soprattutto molto rischioso perché afflitto dall’illegalità dilagante. Un ’illegalità che, come è noto, si deve soprattutto (se non soltanto) alla presenza della criminalità organizzata, una presenza che è ormai ben affermata anche nel Nord Italia e, per l ’appunto, proprio nella regione colpita dal disastro. Il rischio infiltrazioni, insomma, esiste ed è davvero alto. A dare l ’allarme a proposito di ciò sono stati molti esponenti della politica locale e non, ma anche elementi delle forze dell’ordine, tra cui il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Roberto Alfonso, il quale ha affermato che vi sarà tanto denaro per la ricostruzione (si stima circa 13 milioni di euro) e che, pertanto, questo potrebbe far gola ai clan presenti nel territorio, specialmente quelli appartenenti alla  ’ndrangheta. “Dove ci sono soldi c ’è anche il pericolo di infiltrazioni mafiose”, ha affermato. “Può accadere di tutto”, prosegue Alfonso, quindi “occorre restare vigili”.

A cosa si riferisce nello specifico il procuratore? Il punto sta nel fatto che il problema centrale non è rappresentato solo dalle aziende interessate alla ricostruzione, ma da tutto l ’indotto  che si è messo in moto per ricostruire quanto distrutto. In poche parole, le infiltrazioni potrebbero interessare persino il trasporto merci, lo scarico delle stesse e così via. Insomma, delle infiltrazioni a tutto campo e, per questo, occorre un ’attenzione enorme. Un ’attenzione che deve essere innanzitutto rivolta alle aziende che si interessano della movimentazione e lo smaltimento delle macerie, ad esempio. Oppure a quelle che opereranno direttamente nel settore edile. Ecco, quindi, che per arginare un problema così evidente e pericoloso è urgente e doveroso porre in campo tutti i mezzi possibili. Uno, che è stato creato ad hoc proprio il mese scorso, è il “Girer”, ovvero il “Gruppo Interforze per la Ricostruzione in Emilia Romagna”. Tale gruppo avrà l ’arduo compito di effettuare controlli fittissimi, cantiere per cantiere, affinché la criminalità organizzata non abbia nemmeno la possibilità di respirare.

È un grande gesto, questo, da parte dello Stato, che dimostra quanto tenga sul serio ad evitare ogni rischio, soprattutto dopo quanto successo a L ’Aquila. La questione resta comunque incentrata sulla reale efficienza di tale strumento anti-criminalità, e, inoltre, sulla difficoltà di proteggere e controllare i cantieri privati, ma le prospettive sono buone. L ’assessore provinciale di Bologna, Giovanna Martelli, così come il prefetto di Mantova, Angelo Araldi, hanno promosso questa iniziativa ponendo grande fiducia sul Girer: “Con l ’istituzione del pool – ha affermato il prefetto – il ministero ha voluto battere un colpo”, puntando anche molto sul fatto che “la Dia effettuerà controlli a sorpresa”. Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro dell ’Interno, Anna Maria Cancellieri, la quale ha definito il gruppo interforze come un “antibiotico”, una “cura preventiva” contro ogni infiltrazione mafiosa.

A quanto pare, insomma, l ’Emilia Romagna si appresta ad affrontare il lungo processo di ricostruzione avendo al proprio fianco i mezzi adatti per contrastare la criminalità. Certo, il pericolo è sempre dietro l ’angolo e non vi è dubbio che la mafia possa trovare escamotage vari, utili a raggirare la forza dello Stato. Comunque, con ogni probabilità, oggi l ’Italia si trova un po’ più pronta rispetto a tre anni fa, quando casi di infiltrazioni vennero scoperti proprio poco tempo dopo il terremoto. È vero che siamo ancora agli inizi, ma tutto sembra andare per il verso giusto. E le forze dell’ordine, con l’aggiunta di un corpo che si dedicherà esclusivamente a tale problema, potranno sicuramente dimostrare che il nostro Paese può sconfiggere la criminalità organizzata, anche e soprattutto in un settore così ricco ed importante quale quello della ricostruzione post-calamità.

 Giovambattista Dato -ilmegafono.org