James Meadow è il nome d’arte del musicista, compositore ed antropologo Davide Falcone. Un artista a tutto tondo, alla costante ricerca di qualcosa da esprimere, un qualcosa di vero ed intenso e che sia frutto di una esperienza o riflessione personale. A nostro modesto parere, dopo aver ascoltato con piacere i suoi lavori, James Meadow va collocato in quella sempre più stretta cerchia di artisti dei quali si riesce ad intendere con chiarezza il messaggio musicale contenuto all’interno delle produzioni. Una caratteristica per niente scontata e che non ci stancheremo mai di apprezzare.

Nell’esprimere una sensazione, un’emozione, nel tentativo (riuscito) di tramutare in suoni un’esperienza di vita, James utilizza un genere musicale che forse come pochi si adatta a questa mission: è un folk-rock di stampo statunitense, di quelli che hanno ammaliato intere generazioni a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80. Siamo sicuri che Bob Dylan e Neil Young siano tra i punti di riferimento per lo stile di James, il quale arricchisce il tutto con sfumature più odierne che sembrano avvicinarsi ad un rock sperimentale, contaminando le tracce con intrecci sonori più elaborati e melodie meno lineari. Il suo nuovo album, in uscita il prossimo 20 settembre, è una prova lampante di quanto detto finora.

Si intitola “A scarecrow sight” e si estende per undici tracce, durante le quali James non abbandona mai il pizzico della sua chitarra finger-style, ponendolo sempre come armonia e talvolta anche come metronomo all’interno dei brani. In “A scarecrow sight” ogni traccia appare davvero come un racconto che aleggia tra la realtà e un’emozione interiore, che scruta con pacatezza e razionalità tra i meandri dell’anima.

È un album da ascoltare con attenzione, perché gradevole e ricamato con un livello artistico abbastanza elevato, del quale si possono trovare maggiori dettagli sul sito dello stesso James Meadow (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica).

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “A scarecrow sight”