I Tenax li avevamo incontrati quasi tre anni fa, quando avevano pubblicato il loro Ep di esordio. Li ritroviamo adesso, nel giorno dell’uscita del loro secondo lavoro, questa volta di lunga durata. “Revolution Mundi”, è questo il titolo dell’album realizzato dalla rock band milanese e distribuito dall’etichetta (R)esisto. Dieci tracce essenzialmente rock che si richiamano alla tradizione italiana del genere, aggiungendo tratti più tipicamente hard-rock e altri più tendenti al pop-rock. Un disco che scorre e che si lascia ascoltare e, anche se musicalmente forse non mostra elementi particolari di sperimentazione, ha comunque il suo perché, la sua impronta.

“Revolution Mundi” è infatti un lavoro ben fatto. Sul piano dei contenuti è un tuffo totale nel mondo di oggi, di cui denuncia le ingiustizie, le violenze, le miserie, le sopraffazioni e la disumanità. Nelle sue tracce c’è il rifiuto delle convenzioni, l’invito a una “rivoluzione culturale giovanile” che parta dall’umanità, dalla solidarietà, dalla bellezza. Ci sono brani molto intensi, come ad esempio Fiori, che prende posizione contro la violenza sulle donne. O come La terra brucia e Oro liquido che sono due rabbiose canzoni di denuncia sulle condizioni del Pianeta e sulla necessità di tutelare l’ambiente.  Il richiamo ai Litfiba dei tempi migliori è evidente, i testi sono molto profondi, ben scritti, i contenuti sono validissimi, la voce sa rispettare la tradizione del genere.

Al di là degli arrangiamenti, “puliti” e dei ritmi piacevolmente orecchiabili, quello che colpisce di più è il coraggio di assumere una posizione contro le perversioni del potere. Una posizione politica, espressa con parole chiare, che si oppone alle bruttezze di un mondo che si accanisce sugli ultimi e su chi viene considerato simbolo di diversità. Non è un caso che questo disco si concluda con Final Express, una traccia rock, con lievi sfumature folk, che parla del dramma dei migranti in fuga da guerra e miseria verso un futuro migliore, verso un approdo che spesso viene negato da chi potrebbe e dovrebbe mostrarsi accogliente e invece mostra solo di aver smarrito la propria memoria.

Insomma, i Tenax hanno messo su un disco molto tosto e coraggioso, scegliendo di stare dentro la realtà, dando alla musica quella funzione sociale e di denuncia che in passato si è rivelata molto importante. Quest’album (che vi abbiamo presentato in anteprima nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) merita dunque di essere ascoltato e interiorizzato.

Redazione -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Revolution Mundi”