Quando sta per nascere un figlio, può accadere che il mondo che ti assorbe per anni ti appaia d’un tratto saturo, incapace di lasciarti il tempo per goderti il tuo momento e scegliere una strada nuova. Probabilmente è quello che è accaduto a Paolo Modolo, cantautore trevigiano che, dopo anni di esperienza nelle band (come gli Anarcotici e gli In My June), ha scelto di iniziare un progetto solista con il nome di Willy Wonka Was Weird. Così, il 18 ottobre scorso è arrivato il disco di esordio di questo progetto, un album intitolato “022016032019”, pubblicato e distribuito da (R)esisto.

Un titolo che ha un significato essenziale (come ci ha spiegato lo stesso Paolo nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) e che richiama la nascita di un figlio al quale donare questa raccolta di canzoni scritte con la voglia di mostrare il vero se stesso, quello che magari non emerge pienamente stando con gli altri.

Otto tracce fuori dal comune, che scorrendo danno un senso di profonda libertà e di liberazione da canoni e sovrastrutture, nei contenuti così come negli arrangiamenti e nella costruzione della traccia sonora. La cornice è prevalentemente rock, ma non si appiattisce e regala, lungo ogni traccia, sfumature variopinte. Ci sono tratti più pop e brani che virano verso le ballate proprie di un cantautorato maturo, il tutto molto mischiato, senza una linea rigida e canonica da rispettare, appunto.

Insomma, quello di Willy Wonka Was Weird è un disco che potremmo definire anarchico, nel quale la chitarra emerge e si fa sentire. È un prodotto gradevole, un buon esordio e un riconoscimento alla voglia e al coraggio di cambiare direzione e scegliere quello che si vuole fare o essere. Per se stessi o per un figlio al quale insegnare che la vita è fantasia, libertà, caos positivo. E naturalmente ottima musica.

Heisenberg -ilmegafono.org

La copertina dell’album “022016032019”