Da qualche giorno sentiamo parlare di Centuripe e delle manifestazioni contro la realizzazione di una enorme piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti che coprirà un’area di 330 ettari in contrada Muglia (ne parliamo anche noi oggi nella pagina Ambiente). Centuripe è il comune più a est della provincia di Enna e vanta un territorio ricco di testimonianze di un passato di grande splendore. Sorge su un’area montuosa che sovrasta le valli del Simeto, Dittaino e Salso. Le sue origini sono remote e risalgono alla preistoria, ma il suo territorio assunse grande importanza in epoca romana. Centuripe sorgeva infatti lungo la “via frumentaria”, strada romana che, seguendo in parte il corso del Simeto, collegava il mar Ionio e il mar Tirreno.

Ai piedi di Centuripe, a soli quattro chilometri da Catenanuova vi è la Contrada Muglia, già nota per le antiche miniere di zolfo sfruttate fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Proprio qui sorgerebbe la discarica. Tra gli splendidi campi coltivati a grano e ad agrumi e le particolari architetture che sorgono attorno alle cave di zolfo, in un luogo ricco di corsi d’acqua e che ebbe una grande importanza strategica in tempi antichi si vuole realizzare l’ennesimo abuso nei confronti della Sicilia.

Giacomo Biondi, archeologo, ricercatore dell’Ibam-CNR di Catania, autore di molte pubblicazioni sull’area, illustra dettagliatamente le caratteristiche della zona interessata dalla discarica, nella quale “le scoperte archeologiche – afferma – sono avvenute in seguito a rinvenimenti fortuiti, in occasione di lavori agricoli condotti negli anni Settanta dello scorso secolo e grazie a ricognizioni archeologiche di superficie curate dall’ex Centro di Studio sull’Archeologia Greca del CNR (ora Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali) di Catania”.

Quali sono gli antichi insediamenti in questa splendida zona, ricca dal punto di vista agricolo, naturalistico e soprattutto archeologico?

La zona ricade lungo il percorso naturale che collegava e collega la collina di Centuripe con la valle del Dittaino. Lungo tale percorso è naturale che si siano stanziati vari insediamenti dalla preistoria fino ad età medievale e anche oltre. Al margine sud dell’area in cui dovrebbe sorgere l’impianto per il trattamento di rifiuti, fu individuata un’area di dispersione di sporadici strumenti litici e di frammenti ceramici preistorici, che fanno sospettare la presenza di un insediamento nelle vicinanze. Il resto dell’area è rimasto inesplorato perché al momento delle indagini era occupato da agrumeti e inaccessibile. Nell’area circostante, comunque, sono documentati vari insediamenti. Nel 1970, a Muglia Bassa, circa un chilometro a sud dal luogo interessato dall’impianto, furono individuate delle tombe terragne contenenti materiale del Bronzo Antico (2.200-1.400 a.C. ca.). In zona furono raccolti anche numerosi frammenti databili dal Neolitico (6.000-3.500 a.C. ca.) ad età imperiale romana, tra cui un raro punzone di età neolitica per la decorazione della ceramica e un altrettanto raro frammento neolitico conformato a volto umano, simile ad un altro recentemente rinvenuto in un sito poco più a nord, Monte Guazzarano. Le due “facce” di Muglia e di Monte Guazzarano rappresentano le più antiche raffigurazioni del volto umano documentate in Sicilia.

Vi sono antichi insediamenti anche nella zona delle miniere di zolfo?

Negli anni Settanta, a Muglia Alta, a circa due chilometri a nord dal luogo in cui dovrebbe sorgere la discarica, presso vecchie miniere di zolfo, furono segnalati altri rinvenimenti preistorici. Le più recenti esplorazioni hanno confermato e arricchito tali dati: in zona si dovevano trovare uno o più insediamenti preistorici abitati tra la tarda età del Rame e il Bronzo antico. I resti delle stesse miniere di zolfo ottocentesche sono di interesse storico. Si conservano ancora vari impianti destinati all’estrazione e i cunicoli di accesso alle gallerie sotterranee.

Quali sono le altre testimonianze storiche di questa zona che ne impongono la tutela?

La roccia è anche di interesse storico, perché fu uno dei baluardi naturali lungo la linea difensiva Hube e teatro di scontro bellico tra truppe scozzesi e italo-tedesche. È citata, infatti, in resoconti di guerra. Vi si conserva ancora, incisa sulla parete di una grotta, la firma di un soldato tedesco, “Müller Hugo”, che qui si dovette riparare dall’artiglieria alleata, che ha lasciato varie schegge di bombe esplose nelle vicinanze. La presenza italiana e tedesca è documentata anche da qualche bossolo rimasto sul terreno.

Quelle di cui ci ha parlato il dott. Biondi, che ringraziamo per la disponibilità, sono solo alcune delle tante ricchezze che compongono il patrimonio culturale della zona di Centuripe interessata dal progetto della mega discarica. Ci auguriamo che questo scempio venga fermato, perché sarebbe un danno dalla portata inestimabile per la Sicilia e per il Paese.

Angelo De Grande – ilmegafono.org