Non se ne vedono più molti in giro di collage, quelli veri, fatti con carta e colla, che oggi vengono definiti “analogici”, come le macchine fotografiche, per essere nettamente distinguibili dai nipotini tecnologici, gli ormai diffusissimi “collage digitali”. Questo è uno dei motivi per cui amo i collage di Demetrio Di Grado e sono contento che la galleria Sudestasi Contemporanea di Ragusa ne ospiti le opere. Un altro motivo è il sapore antico delle sue immagini. Quello che, infine, amo di questi collage è che, nella loro estrema semplicità, lasciano una traccia nella memoria e invitano alla riflessione attraverso le parole, che l’artista associa con estrema sensibilità alle immagini.

Queste parole si impongono sulle figure umane come se le censurassero. Sono le parole a coprire gli occhi e a rendere questi ritagli di antiche pubblicità, immagini e non più persone. Di Grado ha digitalizzato questi collages analogici e, ingrandendoli, ha fatto interventi di street art invadendo letteralmente l’intera Sicilia. L’artista ha inserito le sue immagini sui muri e sulle porte dei pittoreschi centri storici siciliani, dando un certo valore aggiunto a questi ultimi.

Il collage, che vide i suoi albori grazie alle sapienti mani di Braque, Picasso, Matisse e che fu ampiamente utilizzato dai futuristi e dai dadaisti, è una tecnica che ha poco più di un secolo ma che forse oggi, in un’epoca in cui siamo letteralmente invasi dalle immagini, assume un compito fondamentale, quello di criticare la società in cui viviamo.

Le immagini di Demetrio Di Grado lo fanno in modo velato esaltando il “passato”. I ritagli di antiche pubblicità in bianco e nero e le espressioni felici delle figure scelte dall’artista danno sicurezza all’osservatore che li assorbe, li ascolta, li guarda, senza essere visto, e li classifica come ricordi, come immagini storicizzate e quindi belle a priori, perché già presenti nella nostra coscienza. Ma non bisogna dimenticare che dietro questa apparente semplicità c’è l’attento lavoro compositivo che rende questi lavori vere e proprie opere d’arte.

Lavori che potrete vedere alla mostra intitolata “Kind”, a cura di Francesco Piazza, in collaborazione con Zeitgeist Project, che si terrà dal 29 settembre al 20 ottobre presso la galleria Sudestasi Contemporanea, Via Torrenuova 93, a Ragusa Ibla.

Vi lascio con un piccolo brano del curatore di questa mostra, Francesco Piazza, che ha scovato questo particolarissimo artista calatino: “Kind in inglese è genere, razza, tipo, natura e in tedesco assume un solo e unico significato; bambino. L’etimologia ci aiuta a comprendere quanto la natura infantile sia attraversata da elementi di complessità che, ricondurre ad un solo significato, renderebbe tutto estremamente scontato e poco intellegibile. Di Grado racconta, attraverso i bambini, la contemporaneità, la società e le sue contraddizioni, contaminando i suoi collage di scenari intrisi di un asciutto nonsense; per affermare principi, senza rigore, ma con concreta fanciullesca benevolenza”.

Angelo De Grande -ilmegafono.org