Uno scenario sempre più preoccupante quello che emerge dal rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia” redatto dall’Ispra. I dati parlano chiaro: nel 2017, il 91 per cento dei comuni italiani sono stati a rischio e, ancora oggi, oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità. Inoltre, la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9 per cento rispetto al 2015), così come quella potenzialmente allagabile, sono aumentate. Insomma, quasi il 4 per cento degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata e più del 9 per cento (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio.

“Tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali, con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti“: a dichiararlo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.

Per quanto riguarda le industrie e i servizi, sono quasi 83 mila quelli posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Stando allo scenario medio, sono ben 600 mila le unità locali di impresa esposte al pericolo inondazione, con oltre 2 milioni di addetti ai lavori. In questo caso, le regioni nella situazione peggiore sono: Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria.

A rischio, inoltre, è anche il patrimonio culturale italiano. Quasi 38 mila beni culturali si trovano infatti nelle aree franabili, tra cui oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata. Nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi, si collocano 40 mila monumenti a rischio inondazione, di questi più di 31 mila sono in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità. In ogni caso, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili, ma soprattutto irreversibili.

In Italia, il 91 per cento dei comuni, dunque, si trova a rischio idrogeologico, ma la situazione varia da regione a regione. In nove regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) addirittura la percentuale sale al 100 per cento. Si mantiene tra il 90 e il 100 per cento in Abruzzo, Lazio, Piemonte, Campania, Sicilia e nella Provincia di Trento.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org