Un ritorno gradito e atteso sulle nostre pagine, quello de La Chance su Marte. Il gruppo marchigiano, che vi abbiamo presentato nel 2017 in occasione dell’uscita del primo e poi del secondo singolo estratto, ha pubblicato (il 18 maggio scorso) il primo album full-lenght, intitolato “Come ci viene” e distribuito da Alka Record Label. Otto tracce che confermano quanto di buono ci avevano già mostrato con i loro primi due brani. C’è dentro la voglia di sperimentare, di muoversi lungo un filo conduttore pop-rock che però è vario, non si appiattisce mai su linee melodiche banali e uniformi.

C’è spazio per l’elettronica e per brani più prettamente acustici, in un insieme che risulta gradevole e perfettamente coerente con i contenuti del disco, che ci parla di vita quotidiana, delle sue molteplici sfaccettature, del vissuto di un gruppo di giovani di 22 anni.

Il brano di apertura (La Chance su Marte) esprime da subito il genere che caratterizza l’album, con quel mix di acustica ed elettronica che (come ci hanno detto loro stessi nel corso della puntata di “The Independence Play” sulla nostra radio) si poggia su un sound dal timbro internazionale che fa da cornice a testi rigorosamente in lingua italiana. Una scelta azzeccata che consolida il percorso evolutivo della band e la propria capacità di costruirsi una identità che non rimanga imprigionata in facili cliché, che peraltro ai nostri musicisti non piacciono affatto, in alcun ambito, come cantano nel brano Il solito cliché, dal refrain orecchiabile e coinvolgente.

Le parole che i La Chance su Marte scelgono per raccontarci in musica il loro mondo sono dosate bene, non conoscono eccessi, artifizi, perché questi giovani musicisti non ne hanno bisogno, sono schietti, diretti, essenziali. In Oceano ci regalano un indie-pop di ottima fattura attorno a un testo che sa essere romantico e mostra passaggi molto belli e poetici come questo: «Quando finisce il colore, dipingi senza tremare le note prive di rumore». Più di una vita è il brano forse dal carattere più rock, un pezzo suggestivo e sensuale, nel quale la sperimentazione risulta un tocco riuscito. Una canzone avvolgente che incanta con la sua intro di flauto e con la stupenda alternanza tra voce maschile e femminile.

Questo incontro tra le voci lo ritroviamo anche nella track-title Come ci viene, nella quale la musica accompagna dolcemente la voce maschile, che è centrale e sa essere profonda e struggente, mentre quella femminile interviene di tanto in tanto, con discrezione, come una carezza ricca di emozioni. Emozioni che riviviamo in Rimani fragile, una ballata delicatissima e femminile, che si muove lungo una linea melodica dove l’elettronica e l’acustica si sposano ancora una volta perfettamente, donando una armonia che conquista.

Tutto perfetto è un pezzo invece più decisamente pop e, tra chitarre e cori, ci canta di come un bacio leggero possa regalare lampi di luce anche nelle notti degli inverni più gelidi. Giovedì sera, brano che chiude il disco, è interamente acustico e ci conduce in una atmosfera di lentezza, tra vinili dei Pink Floyd, tazzine di caffè, bicchieri di vino, noia e attesa. Come una sorta di quadro dipinto da note e parole.

“Come ci viene” è dunque un album riuscito, un esordio da apprezzare, perché è piacevole all’ascolto, è ben suonato, ha testi sinceri e interessanti, rifiuta i barocchismi o i graffi forzati. È il prodotto della capacità e del pensiero de La Chance su Marte, un gruppo di musicisti che non hanno la pretesa di descrivere un’epoca, ma hanno la maturità necessaria per raccontare il proprio mondo, che poi è quello nel quale ci troviamo a vivere tutti, con situazioni ed emozioni che ci appartengono. Un ottimo inizio, con la certezza che questi musicisti non si fermeranno e continueranno, come hanno fatto in questi anni, a evolversi e sperimentare.

Redazione Musica – ilmegafono.org

 

La copertina dell’album “Come ci viene”.