Berlusconi è ed è stato una figura, per molti, rassicurante del nostro panorama politico. Sorridente, magnanimo e “leggero”… È arrivato sull’onda lunghissima degli anni ‘80, ultimo barlume di speranza e slancio per chi voleva ancora le bollicine e la superficialità di quegli anni, quelli del rallentamento e dell’inizio della risacca sociale ed economica. Sempre dalla parte di chi si sente minacciato da qualcosa (dai magistrati cattivi innanzitutto). Eppure in realtà Berlusconi è stato tutt’altro.

Curioso, ci concederete un inciso, rilevare quanto sia stato massacrato, per esempio, Ignazio Marino per degli scontrini (peraltro poi assolto) e quanto in fretta siano state dimenticate, invece, le lettere agli anziani con cui si promettevano l’incremento delle pensioni e le calcolatrici per l’euro.

La favola di Berlusconi, tra televisioni e luccichii e incontri fastosi con Putin, si infranse nella tragedia della crisi del 2011 ma il Caimano, come un’onda, torna sempre. Fu strano, in quella notte, vederlo deposto su quell’auto scura. Sembrava il finale del film in cui al cattivo, per un meccanismo perverso, finisci per affezionarti. Questa è stata la sua magia. Ha introdotto, forse per primo, il meccanismo della dichiarazione bomba e della smentita. Ha portato la politica a parlare di tutto tranne che di problemi seri. Abbiamo parlato davvero di argomenti circensi, da letto, per mesi e per anni, intorpiditi e rincoglioniti da queste farse, dal suo essere così one man show.

“Culona inchiavabile”, la telefonata presa mentre la Merkel lo attende, le corna nelle foto, Obama abbronzato, la nipote di Mubarak, l’eroismo di Mangano. Basterebbe solo questo per sentirsi abbastanza stufi di essere presi per il culo. Invece no. L’intramontabile non smette di stupire e si appresta a tornare alla carica, se non c’è già riuscito. Il motivo è ovvio: ha rappresentato davvero quello che siamo, cioè frivoli, un po’ bigotti, un po’ spaventati, col sogno della bella vita e delle belle donne. Siamo vittime del “Bagaglino” e della satira caciarona.

Il nostro vero problema, come Paese, è voler vedere al potere qualcuno che ci somigli con le nostre bassezze e non qualcuno migliore di noi. Non abbiamo voglia di migliorare, né di sentirci peggiori di qualcuno. Vogliamo la palude. Accingiamoci quindi alla riscoperta del personaggio che ci ha più influenzato a cavallo del nuovo millennio. Perché probabilmente sarà così. Neanche Renzi è riuscito a sopravvivere a se stesso, ma Berlusconi sì.

Penna Bianca -ilmegafono.org